Grande successo Venerdì 11 gennaio 2019 per la Quinta edizione de La Notte Nazionale del Liceo Classico
“Perché la magia, nemica ostinata della ragione, accompagna l’umanità fin dalle sue origini? Perché l’essere umano non si accontenta della realtà e di quello che si può misurare?”. Questa la domanda con cui il prof. Giulio Guidorizzi ha aperto la sua conferenza, momento centrale de la Notte Nazionale del Liceo Classico che studenti e docenti della scuola hanno deciso di dedicare quest’anno al tema della magia.
La magia, ha spiegato il professor Guidorizzi, ha a che fare con l’emergere di passioni che sfuggono alla ragione e alla volontà: l’uomo non può controllare ciò che si muove dentro di lui, esce da sé per entrare a contatto con una dimensione altra. Questa esperienza è comune a tutti gli uomini e dunque la “magia” appartiene alla vita di tutti, magari non in senso stretto, ma in senso metaforico.
La Notte Nazionale, promossa da un Coordinamento nazionale, sostenuto dal MIUR e in partenariato con RAI cultura e RAI scuola, si è aperta con la proiezione del video del cantautore Francesco Rainero che ha appositamente composto per l’evento il brano “Ti porterò a Pompei”; sono seguiti i saluti della Dirigente, dott.ssa Cristina Pedarzini e del prof. G. Guidorizzi, il quale ha parlato del classico come scuola d’eccellenza mondiale; il prof. Ricci ha poi letto uno dei tre brani (quello di Mazzaglia Sofia, del Liceo “Ariosto” di Ferrara) scritti dagli studenti risultati vincitori del concorso indetto dal Comitato Nazionale della Notte e, infine, la Dirigente ha letto il messaggio di saluto del prof. Rocco Schembra , ideatore e coordinatore nazionale della Notte. Le diverse declinazioni della magia hanno poi preso vita, durante la serata, nelle performance degli studenti che hanno dimostrato grande impegno, dedizione e competenza raggiungendo risultati di alto livello.
La magia in senso proprio appartiene al mondo antico (e non solo) e gli studenti hanno dapprima allestito un laboratorio didattico per i più piccoli in cui hanno fatto rivivere gli animali fantastici e magici della mitologia. Hanno poi messo in scena con commovente pathos la drammatica vicenda di Medea, sia nella versione di Euripide che in quella di Apollodoro: la maga della Colchide risolve il tragico conflitto interiore tra razionalità e passione ricorrendo alle arti magiche per colpire al cuore il marito, reo di averla abbandonata. Con leggerezza e ironia hanno poi raccontato le vicende di Lucio, dalle Metamorfosi di Apuleio, la cui trasformazione magica in asino diventa simbolica del volgare asservimento dell’uomo alle passioni da cui ci si può affrancare attraverso la religione. Anche gli incantesimi di Circe, che pure trasformava gli uomini in bestie, sono stati drammatizzati dagli studenti. Un gruppo di studentesse ha messo in scena momenti di magia bianca e nera nel mondo antico, mostrando come la magia possa portare a folli crudeltà. Le stesse folli crudeltà sono state rappresentate con straordinaria intensità nella ricostruzione dei processi per stregoneria nell’Emilia del sec. XVI.
Ma la magia che porta l’uomo fuori dai confini di se stesso è anche quella del libro, del cinema, della musica, della poesia. La magia del libro è stata esaltata in una performance che ha attraversato momenti diversi della letteratura, da Ariosto, a Lussu, a Calvino, a Ende, alla ricerca incessante di quell’acqua della vita che la letteratura ci dispensa, perché “la magia dei libri non ha sbarre, ma anzi le piega”. L’incantesimo del cinema ha invece preso vita nei video realizzati dagli allievi che hanno seguito il laboratorio di cinema. L’incanto della poesia ha preso in particolare la forma neogreca dei versi di G. Ritsos e C.Kavafis, recitati anche in greco moderno. E la malia della musica ha percorso tutta la serata, nelle voci degli studenti e negli strumenti da essi suonati, ma in particolare nel laboratorio “Stregati dalla bellezza: seduzioni esoteriche nella cultura europea”.
Prima dello scoccare della mezzanotte, la magia è stata il risuonare in 433 Licei Classici di tutta la Penisola, di parole lontane e misteriose eppure ancora capaci di rappresentare la magia senza tempo dell’inquietudine d’amore: con il Lamento dell’Esclusa recitato in greco dal professor Ricci e poi intensamente interpretato da ex studenti in una versione musicale, si è conclusa una notte davvero magica soprattutto per l’incantesimo di un passato che si rianima grazie all’entusiasmo di tanti giovani.