Durante la Commissione Speciale per la Salvaguardia dell’ospedale di Cento, abbiamo assistito al solito teatrino volto a prendere in giro la cittadinanza per coprire un dato di fatto, i tagli alla sanità continueranno e per decisioni politiche.
Abbiamo assistito nuovamente all’atteggiamento prono alla politica regionale del Sindaco e dell’assessore alla sanità, che hanno tentato di difendere le motivazioni legate alla chiusura del Reparto Maternità di Cento.
Il dato di fatto è uno solo, non c’è la volontà politica e strategica di volerlo riaprire!
Oltre alle banali scuse sul numero dei parti, hanno messo in evidenza la problematica legata al reperimento degli operatori.
Mi domando come mai, altri Ospedali come ad esempio Bentivoglio, non abbiano avuto questi problemi, anzi hanno attuato una politica di investimenti per rendere attrattivo il reparto affinché gli utenti lo scegliessero, mentre il Sindaco di Cento da la colpa a chi lo ha preceduto, non si rende conto che amministra da 3 anni e non ha fatto nulla, per evitare la chiusura.
Il reparto è stato interamente ristrutturato con soldi pubblici ma ad oggi, rimane chiuso con il catenaccio e nessuno ha intenzione di riaprirlo.
Altro punto su cui ho chiesto chiarezza, è lo stato della rimodulazione in atto che prevede la diminuzione di 10 posti letti nel reparto di medicina generale a Cento.
Mi è stato garantito dai dirigenti, che sarà provvisorio con la durata di un solo mese durante i mesi estivi.
La discussione è poi deviata sulle liste d’attesa e anche qui, abbiamo ricevuto risposte degne di un’ammistrazione in difficoltà, a tratti supponente e arrogante negli atteggiamenti durante la commissione, con l’intento di non farmi parlare quando la discussione si è scaldata, mentre cercavo di tutelare i cittadini con domande, a quanto pare scomode per qualcuno.
Da attenzionare l’assurda affermazione dell’AUSL, quando si è vantata che solo il 20% degli utenti ha problemi con le visite specialistiche.
Attendiamo l’invio dei dati, per studiare e mettere alla luce i dati relativi alla problematica delle liste.
Vogliamo chiarezza, non accetterò altre prese in giro, ci sono persone in difficoltà economica che non possono permettersi di accedere alle visite private pagando, perché la Regione non è in grado di garantire il servizio con sanità pubblica.
Curarsi, è un diritto si tutti, non dell’80% delle persone o di chi può anticipare le tempistiche pagando.