Di Giuliano Monari. Si scrive Abba e si legge emozione, brividi lungo la schiena, ricordi che emergono prepotenti sulle note di quelle canzoni che hanno indelebilmente segnato un’epoca e scaldato le vite di intere generazioni. Abba, per chi ha superato gli ‘anta’ significa un modo di vivere la vita, gli amori, con quella leggerezza che oggi, purtroppo, non c’è più. Una leggerezza che è stata scavalcata dal delirio del tutto subito, senza sapere che – a volte – l’attesa è più pregnante dell’arrivo a destinazione. Abba, per quelli che, come me, hanno amato ed amano la musica, significa quell’energia che ti fa alzare in piedi e cantare, e alzare le mani a cielo, emozionandosi al ritmo caldo delle note di Mamma Mia, Fernando, Dancing Queen, The Winner Takes It All, Knowing Me, Knowing You, Chiquitita … Ed ecco che all’improvviso, in una serata fredda e piovosa ci si ritrova a teatro, tutti insieme coinvolti dalla potente energia che Abba Dream ha saputo infondere nei 500 del pubblico. Donne, uomini, mamme, papà, bambini, famiglie, coppie e single, tutti insieme in una serata da pelle d’oca alta 10 centimetri con il cuore che batte all’impazzata, all’unisono con la band che suona sul palcoscenico che, all’improvviso, si accende delle note di quel gruppo che ha fatto innamorare intere generazioni. La musica e il suo potere evocativo ha fuso pubblico e artisti all’interno di un cuore caldo di ricordi ancora vivi, donando alla serata la magia dei tempi andati. Mi è capitato raramente di essere spettatore e protagonista al tempo stesso di un evento musicale. Mi è capitato durante i grandi concreti live all’aperto, ma mai in un teatro. Scrivere che ieri sera alla Pandurera si è vissuta una serata straordinaria è perfino riduttivo. Raramente capita di vedere 500 persone in piedi con le mani alzate che cantano e ballano con i telefonini accesi a guisa di piccole fiaccole luminose a fendere il buio della sala; grandi, piccoli tutti assieme sulle ali dell’emozione. Credo che ognuno di noi che abbiamo avuto la fortuna di essere protagonisti della serata Abba Dream, porterà con se per tutta la vita quel senso di appartenenza mediata dalla musica che solo negli anni del Tempo delle Mele abbiamo provato. La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.