Un bel sole ha baciato la prima giornata di Carnevale di San Giovanni in Persiceto. Domenica 12 febbraio la centrale piazza del Popolo ha ospitato la 149a edizione del Carnevale storico persicetano con gli attesi spilli di ben dieci carri, più le mascherate singole e di gruppo. Colorate scenografie, sofisticati movimenti meccanici, inaspettate trasformazioni ed esplosioni di luci e colori hanno fatto sorridere ed emozionare i tanti spettatori. Nella frazione di San Matteo della Decima si è tenuta invece la 133a edizione dell’omonimo Carnevale che ha visto filare nove carri di grandi dimensioni introdotti dalle famose zirudelle.
Dopo il discorso della Corona pronunciato da Re Bertoldo, rigorosamente in dialetto persicetano, e dopo il saluto del veterano del Carnevale storico di San Giovanni, Santón (che a 97 anni anima ancora i corsi mascherati), ben sedici società, tra cui dieci carri, due mascherate singole e quattro di gruppo, hanno dato vita al 149° Carnevale storico Persicetano, sfilando per le vie del centro storico di Persiceto ed eseguendo il tradizionale Spillo, “al Spèl”, nella centrale piazza del Popolo, davanti all’affollata tribuna di spettatori e alla giuria (quest’ultima segreta e nascosta dentro al Palazzo del Municipio). I vincitori della competizione verranno rivelati solo durante la prossima domenica durante la seconda giornata di sfilata dei carri.Sergio Vanelli, speaker storico del Carnevale e la conduttrice Carlotta Voice Savorelli hanno presentato insieme la kermesse introducendo e commentando le esibizioni di tutte le società.La società Figli della Baldoria ha aperto le sfilate con “In un mare di pensieri, ciò che brilla non dà patemi. La chimica son problemi? C’è la soluzione state sereni” ironizzando sul mare di problemi che affliggono la società contemporanea e proponendo una serie di sostanze “alternative” a quelle proposte dalla medicina tradizionale per raggiungere benessere e serenità.I Corsari con “Aspirante orfano” hanno invece proposto come protagonista del proprio carro Carlo III d’Inghilterra che viene richiamato e distolto dai suoi passatempi preferiti da una regina Elisabetta sempre presente nonostante la dipartita.L’Accademia della Satira con “#Questionedigestione” ha inscenato l’incubo di chi si addormenta dopo una giornata e una cena pesante, col pensiero di dover apparire a tutti i costi, e al meglio, sui social: ma le applicazioni più utilizzate che popolano i sogni si tramutano in un mostro famelico “mangiavita”.La società Bròt&Cativ con “Il guscio” ha portato in piazza una toccante riflessione sul mistero della vita che si sviluppa prima dentro al piccolo ma confortevole guscio del ventre materno e che poi si apre alle meraviglie di un mondo, tutto da vivere e scoprire fino ai confini più remoti dello Spazio.I Gufi con “Butterflies” hanno riproposto il tema dell’eterna lotta fra ragione e sentimento, partendo dalla rappresentazione di due innamorati in stile Peynet per arrivare ad un’epica e spettacolare battaglia fra armate di testa e di cuore. Ma anche quando le ragioni del cuore dell’innamorato di turno vincono su quelle della mente, liberando uno stuolo di bellissime farfalle nello stomaco, non bisogna dimenticare il monito dei Joy Division: l’amore ci farà a pezzi?La società Jolly&Maschere con “Tra ritmo e algoritmo c’è un bel carro di differenza, ovvero da padroni a padron…I” ha riattualizzato la questione sociale del proletariato ai tempi di Amazon, illustrando come dietro al miracolo dell’e-commerce e del tutto subito si nasconda un “quarto stato” del tutto contemporaneo (con tanto di fermo immagine del famoso dipinto di Giuseppe Polizza Da Volpedo).La società Ocagiuliva con “La Tata” ha invece riproposto una rivisitazione del famoso film Disney “Mary Poppins” (alla cui scenografia collaborò anche l’artista e carnevalaio Gino Pellegrini) in cui la governante di turno si chiama Giorgia ed è italiana: grazie alla magia dello spillo lo zucchero che indora la pillola diventa ricino e gli indimenticabili tetti e camini della Londra d’inizio secolo del film lasciano spazio a carri armati e venti di sovranismo.Gli Afidi nella Scarpa con “S.O.S” hanno riflettuto sui danni apportati dall’attuale e indiscriminato sviluppo che potrebbe portare ad un’estinzione del genere umano. Dopo la sparizione di dinosauri, uomini e intere culture anche oggi il mondo sembra di nuovo a rischio, questa volta succube di uno dei tanti re senza scrupoli. Ma a ben guardare – suggerisce il carro – il trono di turno pare vuoto.La società Mazzagatti con “Freedom: e noi come stronzi rimanemmo a guardare” ha preso spunto dalla storia del gatto, a partire dall’antico Egitto in cui era animale sacro agli dei, per arrivare ai giorni nostri in cui è spesso il padrone della famiglia. Lo spillo si è concluso con la riflessione sulla statua che il Comune di Persiceto ha dedicato al suo famoso gatto rosso, che non caso veniva chiamato “Re Gino”.Infine le società Treno – Maistof con “Nrg, ovvero da Prometeo ai giorno nostri” ha letteralmente chiuso le sfilate col botto: partendo dalla storia dell’energia, narrata da una mamma ai suoi due bimbi curiosi, si passa in rassegna la forza motrice degli animali, quella a carbone, a benzina, elettrica a quella all’idrogeno, ricordando che quest’ultima, pur essendo una fonte di energia pulita, è altamente infiammabile (come i fuochi d’artificio che chiudono il carro).
A San Matteo della Decima invece, dopo il discorso di Re Fagiolo di Castella, hanno sfilato i carri allegorici di 9 società, Sandron, Pundgaz, Volponi, Strumne, Cino, Gallinacci, Qui dal ’65, Macaria: dopo due anni di interruzione a causa del Covid, i colori e l’allegria del Carnevale tornano ad essere l’antidoto preferito per far fronte alle brutture della guerra, alla diffusa crisi di valori e all’impoverimento culturale, portando in piazza un invito a reagire e a valorizzare quanto di bello ci circonda.
Appuntamento alla prossima domenica, 19 febbraio, per rivedere tutti i carri e scoprire i vincitori dei due carnevali.