Viviana Manservisi, Maria Voltan, Nicola Bonetti, Elvira Moretti e Agnieska Barbara Radomska, Giada Anteghini, Willy Branchi, Denis Bergamini, Pier Paolo Minguzzi, la marchesa Maria Giordani Catalano Gonzaga, Loredana Gozzi e Roberta Bolognesi, Franco Caselli, Arben Pllumbi. Sono le 14 vittime di omicidi rimasti irrisolti, strappate alla vita per mano di assassini che non hanno un volto. Sono i protagonisti dei 14 cold case del territorio ferrarese analizzati nell’avvincente libro-verità “Delitti nella nebbia. Omicidi irrisolti nel ferrarese” (Edizioni Minerva 2018), scritto dai giornalisti Giacomo Battara e Nicola Bianchi e dal criminalista Francesco Altan.
Il volume sarà presentato venerdì 28 settembre, alle ore 21, in Sala Zarri di Palazzo del Governatore a Cento, in una serata, moderata da Cristiano Bendin, caposervizio de Il Resto del Carlino Ferrara, alla quale presenzieranno familiari delle vittime e testimoni dell’epoca.
Un viaggio, lungo oltre 400 pagine, sostanziato da un importante – e non sempre privo di ostacoli – lavoro di ricerca e studio di oltre due anni: attraverso la lettura di atti, sentenze, perizie, testimonianze e interviste ai parenti sono ricostruiti oltre 50 anni di storia nera ferrarese, dal 1944, in una scia di sangue che avvicina Ferrara, Jolanda di Savoia, Cento, Santa Maria Codifiume, Boccaleone, Goro. Accanto alla ricostruzione delle vicende, gli autori, attraverso le rispettive conoscenze giornalistiche, giuridiche e criminologhe, cercano una nuova analisi investigativa e un nuovo approccio metodologico, mettendo a confronto le moderne strumentazioni in mano agli inquirenti di oggi con quelle del passato.
«I due cappellini lasciati dagli assassini oggi, grazie alle più moderne metodologie, forse potrebbero ‘parlare’, incastrare i responsabili, i cui nomi emergono chiaramente dalle indagini, peraltro ben svolte, ma che non sono finiti in carcere per mancanza di prove schiaccianti». Spiega Ivano Manservisi, fratello dell’imprenditrice Viviana, freddata con due colpi di pistola durante una rapinata negli uffici della Renogas. Lui ha spulciato i tre mastodontici faldoni dell’inchiesta senza però riuscire a vedere individuate e incarcerate le belve che uccisero la sorella.
«Sosteniamo convintamente l’iniziativa legata a questo libro – ha affermato il sindaco di Cento Fabrizio Toselli – per non dimenticare quei tremendi episodi, che hanno segnato la storia della nostra e delle nostre comunità, e per proseguire nella ricerca della verità, dovuta a quanti hanno perduto i loro cari in una maniera dolorosa e tragica».