Di Giuliano Monari
“Sono delusa e mi sento presa in giro”. Apre così lo sfogo, amaro, di Patrizia Antonioni, di origini romane ma da anni centese. Ha una lunga storia da raccontare che, come epilogo, la porta – da oggi alle 12 – a dover gestire una vita difficile, con due figli e uno sfratto esecutivo che l’ha, di fatto, messa in mezzo ad una strada, o meglio, in macchina “con un figlio ed un gatto”. Ci vuole tanto coraggio e tanta dignità per raccontare certe storie. Lei questo coraggio l’ha avuto. Noi abbiamo raccolto il racconto-sfogo di Patrizia che, come cittadina, chiede di vivere con dignità la propria vita con i suoi figli.
Dopo il sisma, avendo perso il lavoro e la capacità reddituale (lavorava per la ditta appaltatrice del trasporto scolastico comunale che a causa del sisma ha pero l’appalto e quindi l’ha dovuta licenziare) che le consentiva di mantenere l’abitazione di Reno centese, Patrizia non si fa prendere dallo sconforto e si rivolge immediatamente ai Servizi Sociali del Comune di Cento. E qui comincia il calvario della donna. Nel frattempo, a causa dello sfratto dalla casa di Reno Centese, e dopo aver peregrinato tra alberghi e agriturismo vari, ad un certo punto – spiega – “trovo un appartamento in via Vivaldi a Cento; i Servizi Sociali, in particolare chi mi stava seguendo, dicono che mi avrebbero aiutato, provvedendo loro a pagare l’affitto per un anno, dopodiché affermavano”: ‘stai tranquilla non ti abbandoneremo e ti troveremo noi una casa popolare’. Tutto sembrava evolvere per il meglio ma: il Comune paga regolarmente l’affitto per un anno – spiega – poi, “ad un certo punto, lo stesso non paga più. Mi precipito ai Servizi Sociali che mi spiegano che ‘non ci sono più fondi per lei’. Allora mi sono rimessa a cercare casa. E intanto – come in un girone dantesco – mi sfrattano anche da via Vivaldi. Ma non mi dò per vinta! Ad aprile dello scorso anno sono stata costretta ad andare a vivere in macchina, appoggiandomi, a volte, anche presso qualche amica che mi dava un minimo di supporto per una doccia ed un pasto. Intanto continuavo a cercare casa e a chiedere al comune di aiutarmi. Ad un certo punto mi dicono, sempre dal comune, che mi ‘verrà assegnato un alloggio d’urgenza’. Ma si susseguono sempre continui rinvii. Nel frattempo – prosegue Patrizia – continuo a vivere tra macchina, qualche agriturismo e qualche camera d’albergo a mie spese quando, un bel giorno, vengo a sapere che in via XX settembre a Cento, in una palazzina Acer, ci sono due appartamenti liberi e quindi, stanca di una vita del genere, sono entrata, e ho preso possesso di uno di questi due appartamenti che era libero da anni. Ho fatto il contratto con Enel energia e mi sono fatta allacciare la corrente. Per l’acqua nessun problema perché il contatore è condominiale. Per quanto riguarda il gas, invece, non riesco a ottenere un allacciamento”. Tutto questo da maggio 2014. Intanto Patrizia continua a rivolgersi ai Servizi Sociali ed in particolare al sindaco di Cento Piero Lodi che la rassicura: “Non ti preoccupare, un centese non dormirà mai in machina”; queste le parole del sindaco e quindi – prosegue Patrizia – mi metto tranquilla”. Oggi la doccia fredda. “Alle 12 mi sono svegliata e ho trovato i carabinieri, il 118 con il medico, l’avvocato del tribunale e l’ufficiale giudiziario e il fabbro che stava per provvedere ad aprire la porta, ma non lo ha potuto fare solo perché ho aperto io. Mi spiegano che c’è una ‘esecuzione per occupazione abusiva’. Allora, memore delle parole e delle promesse del sindaco, ho fatto chiamare il sindaco Lodi che si è presentato poco dopo. Alle mie rimostranze e ricordandogli quanto promessomi non ha potuto fare nulla e mi ha confermato che dovevo andarmene apostrofandomi con queste parole: la smetta di fare delle sceneggiate!. Ho raccolto qualche cosa e siamo usciti”. Patrizia Amtonioni ora, con il figlio 19enne Gianluca Zuliani e un gatto, si trova in mezzo ad una strada. “Non so come farò ma non mi dò per vinta nemmeno questa volta. Mi sono state fatte delle promesse che non sono state mantenute. Ho un lavoro stabile in un negozio all’interno del Centro Commerciale Bennet con contratto a tempo indeterminato e credo di avere diritto ad una sistemazione decorosa per me e per i miei figli”.
Nella foto il condominio di via XX Settembre a Cento