EDITORIALE – Di Giuliano Monari
Sono mesi e mesi che ricevo telefonate ed e-mail di protesta, da parte di cittadini, sulle condizioni di scarsa cura (per usare un eufemismo) riservata ai luoghi dove i nostri cari, quelli di tutti noi, riposano: i cimiteri. In particolare, ma solo per quantità, le segnalazioni, riguardano il cimitero della frazione di Renazzo. Sono, per mia natura e per maturità professionale, abituato a riflettere a lungo sulle questioni e, soprattutto, a verificare – per quanto possibile – personalmente che ciò che mi viene riferito corrisponda al vero; semplicemente – se volete – per onestà intellettuale nei confronti di chi mi legge. Ebbene, finalmente mi sono deciso a recarmi personalmente nel cimitero di Renazzo dove riposano i miei affetti più cari. Debbo dire che – sempre per onestà ed obiettività – molte delle segnalazioni ricevute non corrispondevano a quanto da me osservato ma molte altre, invece, corrispondono, eccome. A cominciare dalla scarsissima pulizia, dalla quasi totale mancanza delle brocche per l’acqua, dalle zone pericolanti scarsamente segnalate; un quadro desolante di poca cura e scarso rispetto che stringe il cuore. Lo assicuro. Il tutto, a fronte delle tasse che noi cittadini paghiamo, per le quali dovremmo avere un servizio a fronte del corrispettivo versato. E qui mi pare che non ci siamo. Per niente. Naturalmente non si vuole qui incolpare nessuno, la responsabilità è un po’ di tutti, in particolare ben sapendo che anche la scarsa educazione di alcuni visitatori del cimitero non contribuisce certamente a mantenere decoroso il camposanto. L’auspicio è che, da ora in poi, ognuno faccia davvero la sua parte. Chi deve sorvegliare sorvegli. Chi deve mantenere il decoro per contratto lo faccia. Chi entra al camposanto si attenga alle più elementari norme di educazione civica.