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ARRESTATI GLI AUTORI DI DIVERSE RAPINE TRA CENTO E LE PROVINCE LITROFE

DiGiuliano Monari

Set 13, 2014
carabinieri auto pattuglia foto notturnaI carabinieri hanno arrestato i due presunti responsabili di numerose rapine messe a segno tra le tre province di Modena, Bologna e Ferrara nel 2013. Per tre mesi, da luglio a settembre del 2013, hanno seminato il panico tra la Bassa modenese, la provincia di Ferrara e Bologna, rapinando quello che capitava, dai distributori di benzina ai supermercati fino a ristoranti e uffici postali. Una delle ultime rapine gli è costata l’arresto in flagrante da parte dei carabinieri della compagnia di Carpi che li avevano seguiti.

Oggi, dopo un’indagine durata un anno e condotta con pedinamenti, intercettazioni telefoniche, riscontri dalle testimonianze e dai video di telecamere di sorveglianza, i militari sono riusciti ad attribuire al 49enne palermitano residente a Finale e al complice di origine campane e residente a San Felice altre otto rapine commesse in quel periodo. Il giudice del tribunale di Ferrara ha così emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del palermitano, che si trova già recluso a Sant’Anna, ritenuto l’autore materiale dei colpi. Il complice resta ai domiciliari ed è stato appurato che aveva un ruolo più marginale: era lui che guidava la moto utilizzata per le rapine e aspettava fuori con il motore acceso mentre il palermitano minacciava gli esercenti con una pistola, che si è poi rivelata una scacciacani. A loro vengono attribuite le rapine messe a segno in due distributori di benzina a San Giovanni in Persiceto, due colpi a Cento di cui uno tentato in un ufficio postale dove l’impiegata aveva reagito, un distributore di benzina a Modena e uno a San Prospero, il colpo al ristorante Cenacolo a Finale Emilia e alla Coop di Rovereto di Novi. La  rapina che li ha incastrati è quella nel negozio Acqua e Sapone di Finale: i carabinieri li hanno seguiti e sorpresi nel garage dell’abitazione del palermitano con la refurtiva. Per depistare le forze dell’ordine i banditi cambiavano colore alla moto e ai caschi, verniciandoli ogni volta.

 

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