Sembra quasi che nel nostro “bel paese” la possibilità di gestire un patrimonio <che ripeto>ci invidiano in tutto il mondo, dia fastidio a qualcuno, ecco che allora assistiamo a antiche civiltà del passato crollare, palazzi e monumenti imbrattati e lasciati al loro mesto declino, patrimoni librari saccheggiati senza che si faccia nulla per cercare di evitare questa lenta ma inesorabile decadenza: in fondo perché meravigliarsi quando frasi del tipo ” La cultura non paga” oppure: “perché preoccuparsi è solo roba vecchia” vengono pronunciate con supponenza e ignoranza? Fatemi capire allora, tanto ci si lamenta per una crisi che sembra portarci sempre più sull’orlo della bancarotta, ma poi quando servono risorse adeguate per mantenere in vita una delle fonti da cui il nostro paese ha tratto benefici economici e di prestigio nel mondo intero, si voltano le spalle, si mette mano alle forbici per tagliare le risorse indispensabili per continuare a far vivere opere uniche per importanza storica e bellezza estetica. Senza andare troppo lontano dalla nostra realtà, anzi entrando dentro a quella risorsa che Cento può vantare fin da quando le enormi qualità del nostro maggior artista si rivelarono già dal lontano 1600, periodo che vide le gesta artistiche di Giovanni Francesco Barbieri conosciuto come il Guercino da Cento.
Intanto non sarebbe certo male verificare le condizioni in cui versa la dimora che fu dei Barbieri, oltre a questo ci sarebbe un’altra cosa importante per far rivivere il palazzo e i suoi interni: organizzare un museo che racconti ai turisti e a noi centesi i momenti più significativi e interessanti della vita in quella che fu la città natale dell’artista.
Materiale per allestire un museo permanente ci sarebbe, libri, cimeli vari, vasi, piatti, medaglie, francobolli, articoli dedicati al Guercino, ritratti, dipinti, disegni ne sono stati fatti in grande quantità, e poi un video da proiettare come una sorta di documentario per “raccontare” i luoghi, l’arte , la vita del nostro grande artista.
Oggettivamente considerando che a Cento non esiste un museo, che la Pinacoteca dove erano custoditi i suoi capolavori, che anche la Galleria d’arte che faceva bella mostra di se all’interno del Palazzo del Governatore sono inagibili causa forza della natura, ecco che la possibilità di allestire in quella dimora che lo vide agire per diversi anni, potrebbe sopperire allo scopo di riaprire un canale preferenziale per favorire un flusso turistico che a Cento sarebbe un toccasana anche per l’economia della città.
Magari questa evenienza dovrebbe realizzarsi con l’aiuto di diverse componenti, fra le quali l’aiuto fattivo dell’amministrazione, e di tutti coloro che a diverso titolo volessero aderire a questa che non rappresenta solo un’iniziativa preferenziale, ma ad ampio respiro che andrebbe a giovare a l’intera città e che porterebbe di nuovo la parola Cultura a campeggiare a lettere cubitali al fianco del nome della città di Cento.
L’idea è stata lanciata, vediamo se oltre al Circolo della Stampa di Cento che ne è il promotore, verrà raccolta da chi di dovere o se invece passerà come altre nell’anonimato magari a scapito di altre iniziative più discutibili e meno appariscenti.