di Giuliano Monari – Fotoservizio Lia De Luca
Banca Centro Emilia ha incontrato i propri soci il 29 maggio a Casumaro alle ore 17 per l’Assemblea Ordinaria di approvazione del bilancio d’esercizio 2013. “Pensavamo che il 2012 fosse stato l’annus horribilis e invece il 2013, che ha visto sommarsi i drammatici effetti del terremoto con quelli della peggior crisi economica dal dopoguerra, è stato ancora peggiore” commenta il direttore generale Giovanni Govoni che guida la squadra da oramai quattro anni. La Banca però tiene e consolida i lusinghieri risultati dell’anno precedente, non venendo mai meno alla sua missione di unica e vera banca locale, come solo sanno essere i crediti cooperativi: banche a proprietà diffusa, che raccolgono sul territorio e reinvestono su quello stesso territorio, eliminando alla radice quell’effetto “saccheggio” svolto purtroppo da altre tipologie di banche, attente al risparmio delle famiglie e delle imprese ma che contribuiscono a creare un contesto caratterizzato da diffusi fenomeni di inasprimento delle condizioni di accesso al credito. Guardando infatti alcuni numeri, ancora una volta la banca nel 2013 ha concesso 31 milioni di € di nuovi impieghi sostenendo con forza le imprese e le famiglie produttrici e consumatrici del territorio e il saldo finale (per effetto dell’ammortamento dei mutui) di questi è sostanzialmente stabile (- 0,73% sul 2012) a fronte di un sistema bancario che li ha notevolmente ridotti (- 3,55%). Non solo, anche nel 2013, per supportare l’economia reale la banca ha perseguito nell’azione già avviata l’anno precedente a favore delle famiglie e delle imprese colpite dal sisma e altro, continuando a sospendere e rinegoziare le posizioni di mutuo ipotecario o chirografario a clienti che non riuscivano più ad onorare gli impegni ed ha aderito a tutti i protocolli nazionali e regionali (Mude e Sfinge) a sostegno della ricostruzione, svolgendo una vera e propria funzione di servizio. Inoltre, sul finire dell’esercizio, ha rivoluzionato l’offerta dei prodotti di mutuo prima casa destinati ai soci con proposte che arrivano a coprire sino all’80% del valore dell’immobile e con tassi estremamente vantaggiosi. Tali comportamenti virtuosi si sono riflessi nel grado di fiducia accordato dai soci e clienti della banca, che sì è ulteriormente accresciuto in tutti gli indicatori, a testimonianza della validità del modello oramai diffusamente percepita. Il numero dei clienti è salito del 3,21% e la raccolta complessiva (diretta + indiretta) cresce del 4,77% raggiungendo i 733 Mil. di €. Non si arresta la crescita della base sociale che mostra ritmi sostenuti da ormai 5 anni, sono infatti 626 (+6,17% sul 2012) i nuovi soci del 2013 che portano la base sociale a 6626, dai 4532 del 2009. Coloro che sono stati ammessi da almeno 90 giorni dalla data dell’assemblea del 29 Maggio avranno diritto di voto a prescindere dal numero di quote posseduto secondo il principio statutario “una testa un voto”. Come accennato all’inizio, con il mix degli effetti del terremoto e dell’ulteriore acuirsi della crisi economica, il territorio di competenza della banca ha visto una crescita inarrestabile del credito deteriorato, con la Provincia di Ferrara in particolare, che risulta essere per le sofferenze bancarie la peggiore di tutto il Nord Italia. La Banca non poteva certamente restarne esente e le sue sofferenze sono passate dal 4,84% al 6% (dati lordi), ma con livelli complessivi di credito deteriorato che sono circa la metà della media del credito cooperativo regionale. Nonostante questo, perseguendo la politica estremamente prudenziale degli anni precedenti, la Banca ha accresciuto gli accantonamenti a conto economico, a fronte di questo credito deteriorato, elevandone ulteriormente il grado di copertura, che per le sofferenze raggiunge un rassicurante 57,2%. Guardando alla composizione del conto economico 2013, anche in questo anno hanno continuato a dispiegarsi gli effetti delle scelte adottate tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, quando la nostra Banca, come tutto il sistema bancario, ha attinto ai finanziamenti concessi dalla BCE ove aveva portato solo i titoli di proprietà della Banca stessa, non avendo mai fatto cartolarizzazioni. L’importante attività caratteristica di intermediazione creditizia sopra accennata tipica del credito cooperativo, che per statuto non può adottare condotte speculative, è stata quindi affiancata da un’attività sulla finanza che tra interessi attivi e utili da negoziazione ha contribuito alla formazione del risultato economico. Dopo una sostanziale tenuta del margine di interesse, il margine di intermediazione (totale dei ricavi) cresce ancora del 9,3% a quasi 23 Mil. di € permettendo quindi di fronteggiare adeguatamente gli accantonamenti sul credito deteriorato saliti da 5,07 Mil. a 8,3 Mil di €. I costi operativi a seguito dell’ulteriore efficientamento scendono del 3,55% e successivamente all’aver pagato 1,38 Mil. di € di imposte (tra Ires, Irap e IVA), la Banca ha chiuso il bilancio con un utile netto di 2,070 Mil. di €. L’utile, che per una BCC è un mezzo e non un fine (serve per accrescere la possibilità di fare impieghi), viene per il 70% destinato statutariamente a patrimonio e rafforzerà il tier one dell’Istituto (rapporto tra il totale delle attività di rischio ponderate e il patrimonio di vigilanza). Questo valore, vero indicatore della solidità di una banca, è per Banca Centro Emilia pari al 13,90% (rispetto all’12,39% del 31/12/2012), il più alto fra tutte le banche del territorio. Il 3% dell’utile verrà poi destinato al Fondo per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, mentre 30 mila € saranno riservati al Fondo di Beneficenza e Mutualità, oltre a 197 mila € che verranno distribuiti sotto forma di dividendi ai soci, come segno di attenzione e riconoscenza verso chi ha sempre sostenuto e difeso la banca, contribuendo al suo sviluppo.