Di Giuliano Monari – Fotoservizio Lia De Luca
“Te’ fat un bel quel”! Queste le parole che Tonino Lamborghini ha pronunciato rispondendo alle domande del giornalista Carlo Cavicchi che gli chiedeva – durante l’affollato vernissage riservato alla stampa – “cosa avrebbe detto tuo padre Ferruccio se fosse ancora tra di noi?” E la battuta del figlio Tonino ha sintetizzato alla perfezione quello che abbiamo potuto ammirare: uno splendido recupero funzionale di una fabbrica della famiglia Lamborghini che, altrimenti, sarebbe restato un monumento di modernariato industriale assolutamente inutile ed inutilizzato. Ora lo splendido contenitore, invece, potrà vivere e pulsare all’interno di una comunità locale ed internazionale a tutto vantaggio del territorio nel quale è incastonato. Dai trattori realizzati con materiali recuperati da residuati bellici alle supercar. La storia della Lamborghini, uno dei marchi più prestigiosi del made in Italy dunque, è racchiusa in un museo alle porte di Bologna, nella vicina Funo di Argelato. Qui, infatti, è stato trasferito da Dosso di Sant’Agostino, in provincia di Ferrara, e inaugurato il nuovo museo dedicato al grande costruttore e vero sognatore nel panorama motoristico del dopoguerra: Ferruccio Lamborghini. Capace di inventarsi un mito dopo aver litigato con Enzo Ferrari. Ferruccio si è inventato costruttore di supercar dal fascino unico passando da costruttore di trattori, il primo fu il ‘carioca’; poi Lamborghini iniziò a realizzare automobili sportive. La svolta arriva con la mitica Miura, poi la consacrazione con la Countach e a seguire tutte le altre auto da sogno che, a livello planetario, entrano a pieno titolo nell’immaginario collettivo di lusso, bellezza e potenza. Nell’ampio museo, che si inserisce nella rete complessiva della motor valley emiliana, ci sono però tante chicche, come l’auto giocattolo di famiglia, diverse concept car, i trattori, lo scafo Riva motorizzato Lamborghini con cui Ferruccio realizzo diversi record di velocità e persino un elicottero mai andato in produzione perché non fu concessa la licenza. Il museo nasce da un’idea del nipote Fabio e del figlio di Lamborghini Tonino, il quale quest’ultimo gestisce da tempo il brand in progetti di design e oggetti di qualità. Il museo si potrà visitare su prenotazione andando sul sito www.museo lamborghini.com. L’intento non è di competere quanto piuttosto di collaborare con Mef e museo Ferrari di Maranello per arrivare presto a quota centomila visitatori.