E’ il battagliero Mauro Bernardi, Presidente della Consulta Civica Cento-Penzale che si pone alcuni quesiti sull’idoneità della struttura. Gli ex appartamenti di Palazzo Piombini sono idonei ad essere utilizzati come uffici aperti al pubblico? È la domanda che alcuni cittadini e dipendenti comunali si sono fatti e alla quale il presidente della Consulta civica di Cento e Penzale sta cercando di trovare risposte tramite una richiesta di verifiche inoltrata a Ausl e vigili del fuoco. “Questa mia iniziativa deriva dal fatto che alcuni cittadini e dipendenti comunali si sono rivolti al sottoscritto segnalando una serie di criticità che a mio parere hanno più che solido fondamento – afferma Bernardi -. Avendo per alcuni anni seguito le problematiche della sicurezza sul posto di lavoro nel Comune di San Giovanni in Persiceto ho fatto un giro per i locali in questione e ritengo che effettivamente tutta una serie di cose sian fuori norma, vedremo quali sono le risultanze delle verifiche che effettueranno le strutture pubbliche preposte ai dovuti controlli”. Tra le criticità segnalate risaltano l’assenza di una scala o un’uscita di sicurezza da utilizzare in caso di incendio o calamità naturale, la mancanza di un piano di evacuazione esposto pubblicamente così come la mancanza di una segnaletica chiara che guidi verso le uscite di emergenza. Ma i dubbi sorgono anche dall’asserita necessità di dover scendere tre-quattro scalini o salire per una decina di essi per poter accedere ad alcuni uffici, cosa che creerebbe non poche difficoltà a persone portatrici di handicap, anziani o persone con passeggino. Alcuni corridoi, inoltre, sarebbero così stretti da non permettere il passaggio di carrozzelle o procedura di uscita fluida in caso di emergenza. Bernardi segnala anche l’assenza di estintori sui tre piani nei quali sono distribuiti gli uffici e la mancata segnalazione della presenza di una cassetta per il pronto soccorso. Secono il presidente della Consulta anche le altezze di alcuni locali e soppalchi sarebbe inferiore ai minimi stabiliti per legge e alcuni uffici, inoltre, non sarebbero dotati di un’adeguata illuminazione naturale, così come non sarebbe a norma la disposizione dei videoterminali.