E’ finita la latitanza di Stefano Melloni, condannato a 10 anni per bancarotta fraudolenta, ridotti a 7 per via dell’indulto, per la maxi truffa da 103 miliardi di vecchie lire del crac Patrimonium-Cofeur, un buco per i risparmi di 1840 risparmiatori nel centro-nord Italia. Accadeva nel 1993. Quando Melloni scappò. E dopo altre sue apparizioni e altre fughe (due, una in Svizzera e una in Spagna), nel 2008 l’ultimo arresto. Per il quale si era innescato un caso giudiziario. Ora, dopo oltre 20anni, la parola fine. Melloni è stato arrestato dalla polizia di Frontiera a Ventimiglia mentre, a bordo di un autobus, cercava di entrare in Italia. Le ragioni di questo suo tentativo di rientro – per ora – non è dato saperle. Sta di fatto che Melloni, che viaggiava sotto falso nome con documenti contraffatti, è stato catturato ed ora si trova ristretto in carcere dove dovrà scontare la sua condanna definitiva. Fino ad oggi, giorno del suo arresto, Stefano Melloni, viveva ad Antequera, una delle più belle città dell’Andalusia, situata a circa 50 chilometri da Malaga, in Spagna, dove da anni è proprietario del ristorante ‘vippissimo’ Lucullo. Ma per riuscire a vivere nella sua latitanza, Stefano Melloni, il super manager amato e ammirato tra le vie di Cento, aveva cambiato nome e si faceva chiamare Antonio Tonino Marulla.
nelle foto Stefano Melloni ai tempi d’oro di oltre 20 anni fa