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Fango, acqua e volontari – Viaggio nella tragedia della bassa modenese, Bomporto e Bastiglia

DiGiuliano Monari

Gen 29, 2014

1Di Giuliano Monari – Fotoservizio Lia De Luca

E’ con grande rispetto e delicatezza che ci avviciniamo alle zone alluvionate di questa Emilia perseguitata dagli elementi. In punta di piedi. Per cercare di capire e di raccontare, come – purtroppo – i ‘potenti’ non fanno, quello che sta accadendo in queste ore, giorni, dopo che i flutti hanno abbandonato le terre, le case e i capannoni industriali. ‘Figli di un Dio minore’ scrivevo nel mio editoriale di ieri (link all’editoriale) pensando a queste persone snobbate dalle cronache dei grandi network. Vero. E te ne rendi conto entrando in queste terre dove ti ritrovi da solo a raccogliere le testimonianze delle persone che vivono il dramma del ‘dopo alluvione’. Ma dopo cosa! E’ proprio quel ‘dopo’ che rappresenta la parte più difficile, quella dove ti ritrovi li, con i tuoi ricordi sporcati dal fango e bagnati dalle acque. Le foto, in questo caso, per quanto crude, non rendono l’idea. Bisogna andare li. Bisogna ascoltare, e respirare, e guardare, per rendersi davvero conto di cosa possa significare il ‘dopo alluvione’. Quel fiume trascurato dall’uomo ha fatto tali e tanti danni che in taluni casi non basterà una vita per annullarne gli effetti. Anche se, fortunatamente, parliamo di Emilia. Questa terra, è stato più volte detto, è quella che si è inventata la Ferrari, la Maserati, è la terra del grande tenore Pavarotti, dei salumi, dei vini, del biomedicale. Una terra che non ha eguali nel mondo. Per fortuna. Mai a piangersi addosso. Mai a sedersi ad aspettare. Stivaloni, vanga e guanti … e giù a ripulire, a riordinare quella vita che in poche, dannate ore, la natura maltrattata dall’incuria ha sporcato, infangato. Ed è anche la terra di chi si rimbocca le maniche e si da da fare per aiutare. E’ una terra generosa di idee ma anche di sentimenti di solidarietà. E la sintesi di questa coesione sociale la stanno facendo i tanti volontari che, affiancando Protezione Civile, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, raccolgono derrate e generi di cui abbisogna chi si trova alluvionato. Nel nostro viaggio tra Bomporto e Bastiglia incontriamo la coordinatrice del Gruppo CO.V.A.LE. Donatella Miotto che, assieme ad un centinaio e più di donne, giovani e uomini, stanno svolgendo un lavoro silenzioso ma essenziale. Perché, come lei stessa racconta – “arrivano tante richieste e tante offerte, da ogni parte, quindi, è necessario stabilire con estrema chiarezza cosa serve davvero e dove deve essere destinato”. E l’energia con la quale stanno lavorando per i loro conterranei la si respira, la si avverte nettamente. Un lavoro quello dei volontari coordinati da Donatella Miotto fuori dal fascio dei riflettori. Ma non per questo meno meritevole di attenzione. Ed è grazie a queste persone, al loro lavoro ed alla determinazione di questo popolo che l’Emilia, ancora una volta, ce la farà.

2 Il campo base a Bastiglia

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Il centro di raccolta dei volontari coordinati da Donatella Miotto a Bomporto

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I volontari della Protezione Civile di Cento a Bastiglia

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Donatella Miotto

donatella miotto

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