Domenica 17 si terrà l’assemblea generale della Partecipanza dove i capisti saranno chiamati ad esprimere il voto ad alcune variazioni statutarie dello storico Ente.
A pochi giorni dall’assemblea della Partecipanza che dovrà votare importanti modifiche allo Statuto, le minoranze dicono no alle modifiche, e per fare questo si sono attivati con un volantinaggio per sensibilizzare i capisti. Corrado Borgatti, in conferenza stampa, afferma che “stiamo vivendo un passaggio estremamente delicato con la modifica dello statuto. La maggioranza, di fatto, si è arrogata il fatto di fare degli incontri con i capisti e noi delle minoranze siamo rimasti al palo. Abbiamo appreso le date degli incontri attraverso una volantino al bar. La maggioranza, mascherata dietro il consiglio, ha voluto incontrare i capisti per tenere fuori dai giochi le minoranze. Noi – afferma – siamo indignati. Abbiamo dunque richiesto un incontro, democraticamente, per poter esprimere anche noi delle minoranze, il nostro parere”. Secondo noi – aggiunge – “è inqualificabile che di questi incontri le minoranze ne vengano a conoscenza attraverso un volantino a bar. Loro dicono che è stato detto in un consiglio ma non abbiamo in mano il verbale. Questo atteggiamento non ha giovato alla distensione, ci avviamo quindi all’assemblea con animo non certo disteso”. Quindi le minoranze chiedono “un incontro democratico, con moderatore super partes, per poter chiarire ai capisti i morivi, favorevoli e contrari, alle modifiche statutarie”.
A noi – spiegano con forza – “non sta bene che l’alienazione e quindi il poter disporre del patrimonio e dei terreni, sia in mano ad una risicata maggioranza, dove nelle altre Partecipanze questo non avviene, per alienare i beni si va a chiedere il benestare all’assemblea generale.” Per chiarezza, qui, si parla della modifica all’Art. 58 dello statuto”. Le minoranze quindi invitano i capisti “a votare no alla modifica dell’articolo 58”. A pochi giorni dall’assemblea “siamo qui a cercare di sensibilizzare i capisti al voto contrario alla variazione di questo articolo dello statuto. Ma il nostro no va anche all’articolo 5, che consentirebbe l’aumento dei consiglieri da 4 a 6 membri in maggioranza. No anche alla modifica dell’articolo 30, che consentirebbe l’allargamento dell’indennità giornaliera anche ai consiglieri con particolari incarichi. Il messaggio che vogliamo lanciare è che con queste variazioni è tutta la Partecipanza ad averne un danno”. “Questo, conclude Renato Borgatti, è l’inizio della fine della Partecipanza di 8 secoli di storia”. “Ci aspettiamo – conclude Corrado Borgatti – che l’assemblea dica no!”