Diceva il filosofo inglese Coleridge: Il lavoro senza speranza attinge nettare da un setaccio. E il lavoro spesso non sempre porta a buon fine ciò che inizialmente si prefigge di migliorare, questa regola potrebbe essere paragonata a quelle “migliorie” o presunte tali che ai due lati della Rocca di Cento sono in fase di completamento per eliminare il disagio che spesso molti cittadini hanno lamentato camminando e andando con la bici sopra a quei sassi che offrono la loro parte meno nobile alle passeggiate dei centesi. Per porre rimedio a tale disagio l’amministrazione ha finalmente messo in cantiere i lavori di ripristino, stanziando una notevole cifra per dare la possibilità a chi transita su quella impervia superfice che tanto ricorda i trascorsi storici della città del Guercino, ma che per noi spesso pigri e indolenti uomini del 21° secolo poco si adatta. Bene! ma non troppo però, perchè dopo aver provato a transitare nel lato che sembra già messo in opera e che quindi è stato in qualche maniera rimesso a disposizione per sane e agevoli passeggiare risulta ancora poco consono allo scopo prefissato. Gli spazi che erano presenti fra un sasso e l’altro sono stati effettivamente posti in sicurezza e riempiti con del bianco materiale che fa sembrare il nostro antico maniero perennemente circondato da una fresca nevicata: ma il problema principale che era quello di non far soffrire terribilmente i nostri poveri piedi e far sobbalzare biciclette e carozzine magari svegliando il pupo che se la dormiva beatamente nella sua confortevole carozzina da passeggio no! quello rimane perchè è ancora in evidenza il problema che già era la causa del disagio, cioè la punta del sasso che emerge ancora fra il biancore della materia che lo circonda ma che non lo annulla e non rimedia al disagio.