Domenica 2 Marzo a Cento, si è tenuto il 3° Congresso provinciale del PCI Partito Comunista Italiano, in previsione del Congresso Nazionale che si terrà a Forlì questo mese dal 28 al 30.
Davanti agli iscritti e alla presenza del garante Ciro Rinaldi (Segretario PCI regionale), il Segretario provinciale Stefano Randelli ha illustrato il documento politico alla base del Congresso nazionale (reperibile qui: https://www.ilpartitocomunistaitaliano.it/terzo-congresso-nazionale/). Tale documento analizza la situazione internazionale e quella italiana. Per l’estero, in particolar modo negli scenari di guerra, il PCI continua a chiedere pace, il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’uscita dell’Italia dalla NATO e della NATO dall’Italia. Il Partito guarda anche con crescente attenzione e riconoscimento reciproco verso quei paesi, un terzo polo globale, che si stanno affrancando dal dominio anche economico americano e dall’influenza, anche storica, dell’Europa. A tal proposito spiega Randelli: ” Nel mondo non più bipolare inteso come sfere di influenza, si sta tentando con i BRICS un modello diverso di società economica non più orientata verso gli USA e il loro dominio mondiale. Masse popolari guardano ad una prospettiva economica e sociale che contrasti con forza lo sfruttamento capitalista. Per il futuro del PCI il momento è adesso.”
Il Segretario Randelli ha poi espresso grande soddisfazione per il recente risultato delle Elezioni Regionali di Novembre 2024, dove il PCI assieme alle altre forze della sinistra di classe (Rifondazione e Potere al Popolo) ha sfiorato il 2% raccogliendo come lista oltre 27.000 voti, una prova elettorale che ha visto il PCI presente su tutto il territorio regionale. “Un risultato che soddisfa pur nella misura di numeri ancora piccoli ma crescenti costantemente”, continua Randelli, il quale poi ha ringraziato i compagni tutti per il grande lavoro svolto nell’arco di molte settimane sia nella raccolta firme che nella campagna elettorale.
In merito alla situazione italiana il PCI contrasta con forza il modello capitalista e liberista che si è sempre più imposto negli ultimi anni, e chiede che il lavoro venga più tutelato sia come retribuzione che come diritti, con la fine della tragedia dei morti sul lavoro. La Costituzione mette al centro il lavoro come base della Repubblica; il PCI difende e difenderà i lavoratori tutti dall’attacco ai loro diritti e al loro futuro, così come continua a battersi contro tutti i fascismi in quanto essi sono la negazione della democrazia e della Repubblica, nata dalla Resistenza alla quale il PCI storico dette un fondamentale ed innegabile contributo di lotta e di caduti per la libertà e la pace.
Nel territorio provinciale desta molta preoccupazione la crisi economica che vede aziende in difficoltà e licenziamenti, come pure il PCI ritiene inaccettabile lo spostamento verso il privato della Sanità e delle tutele sociali in generale.
Il cammino politico del rinato PCI, ripartito dal 2016 sulla scorta della grande esperienza del PCI storico da Gramsci a Natta, può quindi sintetizzarsi nello slogan che tutto riassume, ovvero “Più Stato e meno Mercato”.
Infatti Randelli conclude il suo intervento così: “abbiamo il dovere come comunisti di rispondere alle esigenze dei ceti popolari in crisi e al ceto medio che si è notevolmente impoverito. Abbiamo appunto questo dovere perché siamo positivamente diversi, siamo una forza collettiva che lavora compatta e solidale, e vogliamo una società più equa e giusta, abbiamo questo dovere perché non stiamo alla finestra ad osservare ciò che accade, dicendo che quella cosa si poteva fare meglio. No! Noi non stiamo alla finestra, chi crede nel PCI ha scelto da che parte stare; non siamo indifferenti, noi, i comunisti del ventunesimo secolo veniamo da lontano e andiamo lontano“.
Gli iscritti poi, tramite voto per alzata di mano, hanno approvato all’unanimità il documento politico e rieletto Stefano Randelli come Segretario provinciale del PCI.
