CANALI E INVASI A CENTO: A VOLTE IL VECCHIO FUNZIONA
ANCORA E MEGLIO DEL NUOVO !!
Egr. Direttore
Il territorio centese, praticamente stabile dal 1460, dopo che il Reno decise di intromettersi fra gli abitati di Cento e Pieve, presenta alcune peculiarità che lo contraddistinguono:1) L’altezza s.l.m. che è significativamente più bassa rispetto ai territori confinanti da cui derivano le acque: V. San Matteo della Decima: da 20 metri s.l.m. a 15 metri s.l.m..
2) La minima differenza del livello del Centro della Città di Cento con il territorio a valle nella direzione di Corporeno, Renazzo e Dosso
(particolare che rallenta la progressione delle acque verso valle in caso di accumulo delle acque stesse).
3) La presenza di un Argine (Argine traversante o via dei 7 laghetti, situato fra il Reno e la via Reno Vecchio) che è stato costruito per proteggere Cento dalle alluvioni e dalla tracimazione di Reno o Samoggia con allagamento della zona definita “Bagnetto” e che può raccogliere molte migliaia di m3 di acqua. Da questo argine partono vari canali che si dirigono verso il Canale di Cento e che quindi lo possono rifornire di acqua attraverso la apertura graduale delle varie paratie presenti nell’Argine Traversante.
4) La presenza del Canale di Cento, manufatto essenziale per Cento e che ne ha rappresentato la fortuna fin dalla sua realizzazione completa dopo il 1460, quando si sviluppò la coltivazione dell’ORO DI CENTO: la canapa!!!
5) La presenza di altri canali che servono a drenare le acque verso valle.
6) La presenza di varie decine di maceri che servivano per la “macerazione” della canapa e che adesso sono piccoli invasi adattissimi alla raccolta dell’acqua sia piovana che inviata dal Reno.
La considerazione fondamentale che sottolineiamo è quella che il lavoro fatto dai nostri antenati predecessori aveva ed ha una logica ed un razionale. Tutto era stato studiato per ottenere acqua a sufficienza anche nei mesi estivi, sfruttando il Reno, il Samoggia e l’acqua che proveniva dalla zona di Castelfranco Emilia (RISORGIVE) attraverso Manzolino e San Giovanni in Persiceto (attuale canale).
Tutte le acque che arrivavano a Cento si portavano poi verso valle, anche con una pendenza modesta, sfruttando tutti i vari canali: Canale di Cento, Canale Rigone, Canalazzo, Condotto Centrale, Canale Guadora, Canale Gorghi, Canale Salione, Canale Angelino.
Questi canali, come sottolineato con enfasi dal Presidente della Bonifica di Ferrara, sono realizzati alla perfezione e sono più che sufficienti per drenare le acque centesi verso il ferrarese.
Il nodo quindi quale è? E’ necessario un Nuovo Canale da realizzarsi ad ovest di Cento partendo dal Canale di Cento attuale e che dovrebbe dirigersi verso nord alla base dei terreni sopraelevati e che dovrebbe ricollegarsi al Canale Guadora (risagomato e allargato) in zona via Monteborre e via Pecore?
E questo Diversivo Canalazzo, quanti problemi porterebbe con sé? Espropri, riduzione di terreno coltivabile, la creazione di zone insalubri a ridosso di abitati (come nel quartiere di via Buonarroti) e l’impossibilità di un possibile sviluppo urbanistico.
Oppure bisognerebbe incrementare e rendere sistematico un intervento di manutenzione di tutti i canali esistenti? (questo a prescindere non dovrebbe essere obbligatorio visto che solo a Cento ci sono quasi 40.000 abitanti che pagano le tasse al Consorzio Bonifica proprio per avere canali funzionanti e puliti senza ostacoli e con argini sicuri).
E’ vero come dice la Bonifica, che non è possibile fare la pulizia dei canali che passano sotto ad alcune zone urbanizzate (es. Canalazzo e Rigone? il Rigone sembra essere passato di competenza ad Hera).
Certamente abbiamo degli esempi che ci fanno sentire cittadini di serie B.
Se uno osserva i canali nella zona di San Matteo della Decima, si vede bene che sono puliti e risagomati benissimo. Niente a che vedere a confronto con i canali “abbandonati a sé stessi” della zona di via del Pioppo e via Rigone o anche lo stesso Canale di Cento e del Reno Canale, con livelli di sabbia e melma di notevole consistenza e che riducono la capacità di detti corsi d’acqua.
Il Canale di Cento tombinato potrebbe avere alcuni problemi, visto che è chiuso da tanti anni!!!
Ed è vero che Cento non si merita un grande serbatoio a monte dell’abitato (Morando o Argine traversante), un invaso che potrebbe raccogliere le acque in eccesso durante la stagione delle piogge e potrebbe rifornire i canali a scopo irriguo durante le stagioni secche?
E per finire, non sarebbe giusto fare il censimento di tutti i maceri e preparare un progetto per riportarli alla piena funzionalità, ripristinando i vari collegamenti fra gli invasi per utilizzare l’acqua in essi contenuta ai fini irrigui e non solo?
Credendo di fornire un servizio utile alla Città di Cento per un suo futuro scevro da problematiche di carattere idro-geologico, crediamo che questo nostro elaborato possa essere preso in considerazione come traccia per una risoluzione dei problemi idraulici del Comune di Cento.
Amelio Salvatore – Balboni Giacomo – Bernardi Mauro – Bonzagni Paolo – Gallerani Antonio – Gilli Andrea – Grandi Franco – Malaguti Donatella – Tassinari Claudio – Vignoli Barbara – Testa Michele – Tuzet Flavio