Egregio Direttore
Siamo Capisti della Partecipanza Agraria di Cento e vorremmo portare all’attenzione della
cittadinanza comunale la nostra preoccupazione in merito alla situazione del secolare Ente, in
quanto da tempo annotiamo che sui giornali vi sono solo notizie inquietanti con diatribe continue tra
consiglieri, con chiamate in causa di avvocati e giudici per redimere queste incresciose situazioni e
alla fine tutto questo caos ha portato al commissariamento della Partecipanza stessa.
Crediamo che sia inconcepibile che non si leggano notizie sull’Ente dove sia scritto che si stanno
proponendo, attraverso il presidente e il consiglio, iniziative capaci di valorizzarlo assieme al
territorio che rappresenta; che sia inconcepibile che non si sappia nulla sulla sua situazione
economica; se sia iniziata una verifica e revisione dello Statuto da sempre promessa ogni qual volta
si svolgono le elezioni o di come si sia conclusa la questione legata alla ventennale divisione dei
Capi.
Pensiamo siano domande legittime e anche se l’attuale Commissario saprà gestire al meglio questo
difficile momento, vorremmo che servissero da stimolo, per far capire che ci sono Capisti orgogliosi
di questo Ente, che sono interessati alle sue sorti perché legati alla sua storia e ai suoi valori. Più che
per i litigi, vorremmo che questi anni fossero ricordati per dei provvedimenti capaci di mantenere
floridi e fruttuosi sia l’Ente che il nostro territorio.
Approfittiamo dello spazio per fare anche questa osservazione: ricordiamo poche assemblee con i
Capisti e ci pare che sia un organo esautorato dalle sue funzioni di consenso, chiediamo se non
sarebbe utile convocarne alcune prima di indire le elezioni del nuovo consiglio, per capire se vi
siano domande o anche proposte sul futuro dello storico Ente, consci del fatto che ben pochi sono a
conoscenza delle dinamiche che portano alla sua gestione che, per inciso, è dei Capisti.
La Partecipanza Agraria oggi risulta inavvicinabile, sconosciuta e ignota ai più, oscurata dentro alle
consuete quattro mura e gestita da tempo sempre dalle solite persone. Forse aprire un po’ le porte
per fare trasparenza e dare una “bella boccata d’aria fresca”, servirebbe anche a rilanciarla.
Ardizzoni Franco
Balboni Claudio
Borgatti Germano
Tassinari Claudio