Di Marco Cevolani
Solitamente i film che hanno una lavorazione un po’ travagliata vengono fuori dalla sala di montaggio un po’ zoppi e pure la pellicola che narra dell’uomo “dietro la leggenda” del mito Lamborghini non fa eccezione. La rivalità fra lui e Ferrari è demandata ad una fantasiosa sfida su strada, poco sappiamo alla fine di come sono state costruite le auto più famose (giusto qualche disegno) e ci sono pure errori di ricostruzione storica (banalità, ma in diverse inquadrature compaiono insegne di attività commerciali di oggi e pure l’imbragatura che avvolge il nostro caro e vecchio municipio, cose che si dovrebbero togliere in post produzione), ammessi in parte anche dalla produzione con un messaggio che compare alla fine del film (si sa, le esigenze cinematografiche). Tuttavia, se mettiamo da parte queste cose – in fin dei conti ci troviamo davanti ad un biopic romanzato e non davanti ad un film di Fred Zimmerman o David Lean – lo spettacolo è altamente godibile, merito comunque di un nutrito cast di attori assolutamente in parte (per lo più sconosciuti, tranne il premio Oscar Mira Sorvino e Gabriel Byrne che interpreta Ferrari), sui cui spicca Romano Reggiani nella parte del giovane Lamborghini e di una sceneggiatura che, al di là delle lacune evidenziate, scorre veloce. Non mancano le scene emozionanti e montaggio, fotografia e colonna sonora rappresentano poi la bella cornice in cui è racchiusa questa pellicola. Se usassimo i canoni di valutazione del Mereghetti, due stelle e mezzo gliele possiamo dare tranquillamente. Promosso con un bel 7.