Rimarrà visibile fino al 19 giugno la mostra “Capuzzo in Vetrina” nel centro storico della città, dedicata al pittore Mario Capuzzo (Badia Polesine 1902 – Codigoro 1978). L’iniziativa è promossa da Ascom Confcommercio Ferrara con il patrocinio del Comune di Ferrara, assessorato al Commercio e Turismo, e non sarà un progetto isolato. Al contrario, troverà una importante attenzione prossimamente da parte della Fondazione Ferrara Arte che dedicherà all’artista ferrarese uno spazio prestigioso all’interno della mostra ‘Fakes’ a Palazzo Bonacossi. A sottolineare questo passaggio l’intervento del presidente di Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi: “La leggenda di Mario Capuzzo, falsario, trova conferma oggi nella piccola e utile mostra , curata da Lucio Scardino , raro ricercatore , su richiesta dell’antiquario Mario Giordana . La collezione di dipinti di vario tempo e invenzione ,nella collezione di Gianni Pavanati , è esposta nelle vetrine di prestigiosi negozi del centro di Ferrara, ma l’assai notevole sezione di derivazione da quadri antichi , da Caravaggio, da Tintoretto, da Nuvolone, da Guido Reni, da Guercino ,con un virtuosismo assai ammirevole ,al punto da ingannare anche l’occhio esperto specialmente per la scelta di tradurre composizioni conosciute in bozzetti su tavole di uguale misura,e’ esaltata in una sede museale,come merita. Esse dialogano, prove di intelligenza formale di Capuzzo, insieme ai cimeli neoestensi ,in palazzo Bonaccossi, con le sculture neorinascimentali di Alceo Dossena, grande falsario cremonese.Il ferrarese Capuzzo è vero protagonista in quel mondo di stimolante ambiguità”.
L’iniziativa, possibile grazie alla collaborazione con l’antiquario Gian Mario Giordana che ha messo a disposizione le tele acquistate dalla collezione del mecenate ed imprenditore Gianni Pavanati di Codigoro.
“Con questo evento Ascom Confcommercio Ferrara – spiega Giulio Felloni, che ne è il presidente provinciale – collabora con piacere con Ferrara Arte ed il Comune ad una meritoria iniziativa di valorizzazione dell’arte e della cultura cittadine. Il progetto è un esempio di mostra diffusa allestita in ventidue prestigiose vetrine del centro storico di Ferrara: l’arte espressa dalle tele del pittore ferrarese Mario Capuzzo avrà modo di valorizzare i negozi di vicinato che li ospiteranno; e allo stesso tempo le opere avranno un’adeguata e significativa visibilità pubblica, come meritano pienamente. “Capuzzo in vetrina” – e voglio ringraziare un amico dell’arte come l’antiquario Mario Giordana – è un modo per mettere in comunicazione realtà distinte ma non certo distanti che possono dialogare in modo continuo e strutturale tra loro: arte, cultura, economia si valorizzano a vicenda in un connubio virtuoso che promuove la nostra Città nel suo insieme”.
“Si tratta di un’iniziativa -commenta Matteo Fornasini, assessore al Commercio e Turismo – alla quale abbiamo dato da subito il nostro convinto appoggio e patrocinio. E’ un progetto che unisce arte e commercio e consente a quanti visitano la nostra città di poter avere sempre maggiori motivi di attrazione ed interesse. Stiamo lavorando con le associazioni ed in particolare con Ascom perché sempre più la città possa essere motivo di attrazione e valorizzi nel contempo i suoi artisti che sono un patrimonio ed un’eccellenza da promuovere a tutti i livelli. L’idea è in definitiva quella di fare rete e permettere che le piccole attività commerciali di vicinato, cuore della città, possano lavorare di più e meglio attraverso queste opportunità ed eventi”.
L’esposizione è anche illustrata da un apposito catalogo che vede il contributo del critico d’arte Lucio Scardino:”Mario Capuzzo, in un certo senso – spiega Scardino – ha inventato una nuova iconografia del paesaggio del Basso Ferrarese: non a caso ha fondato la cosiddetta Scuola Pomposiana. Vissuto dal 1951 su un barcone attraccato sul Po a Codigoro, ha seguito il corso del fiume da Pontelagoscuro a Pomposa con inedite angolazioni, vivace resa ambientale e indubbia freschezza espressiva. Tra i suoi principali collezionisti ci fu il giovane Gianni Pavanati, industriale del campo petrolifero, che negli anni acquistò una cinquantina di suoi dipinti”.