“Oggi – scrive Luca Borsari – ho voluto rileggere l’intervista che nel 1981 Enrico Berlinguer rilasciò a Eugenio Scalfari. Ho ritrovato questo suo splendido pensiero che in tanti citano”.
Voglio condividere, assieme all’amico Loca Borsari sindaco di Pieve di cento, una illuminante intervista ad Enrico Berlinguer che, spero, faccia capire in che ‘mani’ siamo finiti
«Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.» Ma ho trovato anche questo suo pensiero, anch’esso, come il primo, tremendamente attuale, anche se forse viene citato meno: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss” “Ecco. Io penso che chi vuole offrire la propria vita alla Politica (con la “P” maiuscola) debba sentirsi addosso il peso morale di entrambe i pensieri.
Così come penso che debba prendere ad esempio lo spessore umano, l’integrità morale e la coerenza di uomini e donne come Enrico Berlinguer.