Spirito di gruppo, creatività per la soluzione dei problemi, professionalità e tecnologia: ecco il “modello hub vaccinale” per la buona sanità di un territorio
Oggi il convegno AuslFe per fare il bilancio sulla realizzazione e gestione degli hub vaccinali del Ferrarese
Ferrara è sopra la media regionale per la copertura di persone vaccinate contro il Covid 19. Frutto del lavoro di squadra messo in campo per la vaccinazione di massa contro il Covid 19 dei ferraresi, che ha di fatto cambiato la sanità ferrarese ed è diventato un “modello” da proporre anche per altre situazioni sanitarie. Perché lo spirito di gruppo che si è creato fra operatori sanitari, Comuni e altre Istituzioni, Protezione civile, Volontariato tutto, Aeronautica Militare, per affrontare l’emergenza pandemica, non verrà meno. Uno spirito grazie al quale si è riusciti a pensare velocemente a soluzioni di problemi continui, grazie anche alla formazione costante, per affrontare meglio il covid ha tirato fuori risorse inimmaginabili da parte di tutti.
Tutto emerso stamattina, alla Sala Congressi di Cna, nel seminario dal titolo “Gli hub vaccinali: un sistema rivolto ai cittadini” organizzato dall’Ausl di Ferrara.
Apertura a cura del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato a questa impresa”, e che ha rimarcato l’importanza della stretta collaborazione tra Istituzioni, ricordando il ruolo svolto dal Comune e anche da Ente Fiera Ferrara.
Non sono mancati naturalmente gli interventi dei sindaci dei comuni in cui erano ubicati gli hub vaccinali aperti fino al 31 marzo. Andrea Baldini di Argenta ha ricordato come ai momenti durissimi dei primi contagi nel suo territorio, specie in alcune strutture protette, siano seguiti i momenti di grande speranza con l’apertura dell’hub vaccinale. E di speranza trovata dentro l’hub vaccinale ha parlato anche il sindaco di Codigoro Alice Zanardi, così come Edoardo Accorsi che ha testato il funzionamento dell’hub “quando ancora ero un semplice cittadino”. L’assessore del Comune di Comacchio Emanuele Mari ha invece sottolineato l’importanza dell’hub comacchiese soprattutto per l’avvio della stagione balneare dello scorso anno: “E’ stato prezioso per poter vaccinare tutti gli operatori che si accingevano ad accogliere i turisti”.
Anche l’assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini ci ha tenuto ad essere presente, in collegamento on line: ha salutato e ringraziato per il lavoro svolto per la realizzazione degli hub vaccinali del Ferrarese e, dopo aver ricordato che Ferrara ha una copertura vaccinale più alta della media regionale, ha confermato che in autunno ci dovremo probabilmente preparare “per una nuova vaccinazione di massa con un tipo di vaccino che sarà in grado di intercettare tutte le variante del Covid”. Ha poi ribadito che una nuova sfida è già ripartita visto che da oggi si possono prenotare le vaccinazioni per la quarta dose per gli over 80, i fragili nella fascia 60-79 e chi si trova nelle Cra o nelle residenze per anziani.
“Tutto quanto abbiamo fatto deve essere un insegnamento importante per come affrontare le emergenze. Prima del marzo 2020 una pandemia l’avevamo solo conosciuta nei libri di storia” ha affermato la Direttrice generale di Ausl Ferrara, Monica Calamai. Parole a tratti ricche di commozione, nel ripercorrere i momenti più ardui dell’organizzazione della macchina vaccinale. “Abbiamo sempre condiviso le scelte in sede di Ctss – ha tenuto rimarcare Calamai -. Oggi gli hub vaccinali, tranne Ferrara, sono stati chiusi con la fine dell’emergenza, ma prima di chiudere abbiamo fatto una nuova programmazione che si è basata sulla traslazione della straordinarietà in un una ‘normalità’; un modello che poi ritroveremo nelle Case di comunità se dovremo tornare a vaccinare su ampio raggio”.
A seguire gli interventi delle figure chiave di questo anno di attività incessante negli di hub vaccinali.
L’architetto Giovanni Peressotti (direttore delle Attività tecniche AuslFe) ha ideato il “modello” degli hub vaccinali del territorio. “Mi sono ispirato ai lego con cui ho tanto giocato nella mia infanzia e dunque gli ambienti per la privacy di chi doveva venire a vaccinarsi li ho realizzati pensando a questo tipo di mattoncini” ha spiegato, e chiudendo il suo discorso ha ricordato quanto lavoro edile c’è stato dietro la realizzazione degli hub, ma soprattutto quanto lavoro di impiantistica si è dovuto utilizzare per permettere che tutto fosse informatizzato. Anche i momenti di sconforto non sono mancati. La responsabile della gestione agende Ausl Fe e Cup Federica Camurri, ha ricordato quando a febbraio ci furono quei giorni di blocco del sistema. E per ricordare la mole di lavoro di quei momenti ha precisato: “Fu un blocco temporaneo dovuto al fatto che il sistema era stato programmato per affrontare 2000 interventi alla settimana mentre noi eravamo arrivati a fare 2000 vaccinazioni al giorno”. Situazioni per risolvere le quali il Servizio informatico AuslFe è rimasto allertato di fatto 24 ore su 24 come ricordato dal responsabile Luca Chiarini.
E poi la verifica sul campo dell’efficacia dei vaccini: “Abbiamo segnalato ogni singolo effetto avverso alla vaccinazione, e il numero di quelli considerati seri è davvero esiguo: il vaccino funziona con un rapporto rischi-benefici assolutamente a suo favore” ha affermato la direttrice dell’Assistenza farmaceutica Elisa Sangiorgi. Quindi poi ha ricordato il supporto fondamentale dell’Aeronautica militare nel far avere i vaccini in tempi rapidi e le operazioni di trasporto e conservazione negli impianti di refrigerazione speciali ubicati nella Cittadella della salute di San Rocco e all’ospedale del Delta.
Operazioni descritte poi dallo stesso generale e comandante del Comando operazioni Aerospaziali Claudio Gabellini che nell’illustrare ai presenti il ruolo dell’Aeronautica militare in campo sanitario, ha ricordato l’entusiasmo dei suoi uomini nel rendersi disponibili per la ‘macchina delle vaccinazioni’ a livello locale. Il comandante Gabellini ha poi ricordato l’accordo di collaborazione per il supporto logistico con Ausl Fe del marzo 2021, poi rinnovato nel gennaio 2022. La Formazione quindi, che “è stata continua e organizzata molto rapidamente, grazie anche al web, mentre prima della pandemia richiedeva tempi molto più lunghi” ha affermato la responsabile della formazione interaziendale Marilena Bacilieri.
La centralità del ruolo infermieristico nella realizzazione e gestione degli hub vaccinali lo ha evidenziato invece la Direttrice dell’area tecnico-infermieristica Marika Colombi che ha moderato la parte tecnica – specialistica del convegno.
Le testimonianze infine di storie avvenute nell’hub di Argenta, Codigoro, Cento e Comacchio che hanno messo in evidenza la grande professionalità degli operatori sanitari ma anche l’impegno di tutti i volontari, compresi quelli della protezione civile. Impengo che tradotto in cifre, ha detto la rappresentante della Protezione civile Alceste Zecchi, è stato di 43 figure al giorno per l’aiuto negli hub vaccinali e di 15 volontari al giorno prima della vaccinazione per assistere i malati di covid.