“Le nostre critiche inascoltate, su di una divisione illegittima ed arbitraria, si sono trasformate nell’intervento della Regione Emilia-Romagna, in qualità di Autorità di Tutela e Controllo.
In data 24 gennaio 2022, la Regione ha inviato alla Partecipanza Agraria di Cento una PEC, con oggetto: “Verifiche istituzionali, Diffida ai sensi art.29 della legge regionale n.24/1994.”
La regione contesta alla Partecipanza di essersi sottratta al controllo della medesima ed avere dato esecutività ad atti irregolari.
La PEC di diffida, testualmente recita:
“… emergono irregolarità e violazioni che si riflettono sulla gestione della Partecipanza e che rendono pertanto non più procrastinabile l’intervento regionale.
In particolare, oltre all’inottemperanza dell’obbligo di sottoporre alla Regione gli atti per il necessario controllo di attuazione …, si contesta a codesta Amministrazione l’applicazione delle disposizioni contenute nel Regolamento di divisione che contrastano con lo Statuto dell’Ente”.
Le disposizioni in questione riguardano l’art.4 (OPZIONE) e l’art.6 (ASSEGNAZIONE TERRENI), che violano gli art. 109 e 113 dello Statuto , per cui “è vietato ripartire tra i singoli membri della collettività beneficiaria di diritti di uso civico i proventi dell’attività di gestione dei beni a cui tali diritti ineriscono”.
I rilievi regionali riguardano anche il “sorteggio farsa” dei terreni, “ … poiché include nell’assegnazione alcuni terreni già affittati a terzi per la durata di dieci anni. Questi ultimi terreni, dunque, non potranno mai essere assegnati fisicamente ad un capista, in contrasto con quanto previsto dallo Statuto”.
Pertanto la Regione ingiunge “… che la Partecipanza debba modificare le norme regolamentari come sopra adottate per renderle conformi al dettato del proprio Statuto.”
Inoltre, diffida il Presidente pro tempore ed il Consiglio a trasmettere le modifiche adottate entro sessanta giorni naturali (ndr: entro il 25 marzo prossimo).
La Regione conclude: “E’ doveroso precisare che, qualora codesto Ente non ottemperi entro i suddetti termini, la Regione provvederà all’annullamento degli atti che compongono le modifiche al Regolamento in questione, allo scioglimento degli organi statutari e alla nomina di un commissario straordinario.”
Di fronte a queste contestazioni ed i possibili effetti, rimane il rammarico di avere posto i medesimi rilievi in sede consigliare, dove siamo risultati inascoltati e derisi, da chi, come l’ormai ex presidente, Oliviano Tassinari, ed i suoi magistrati (tra cui Massimiliano Borghi, che ha lamentato come minacce quelle critiche poi risultate autentiche), hanno ritenuto di gestire la divisione (e non solo) con trucchi, artifici e raggiri, che poi hanno tentato di nascondere alla Regione, causando enormi danni all’Ente ed ai Capisti.
Crediamo che il primo passo da compiere per porre rimedio al disastro causato, sia l’azzeramento dell’attuale governo dell’Ente ed il tentativo di costituire un’amministrazione adeguata e corretta, verso lo Statuto, i Partecipanti, un rapporto collaborativo e costruttivo con l’Autorità di Tutela e, non ultimo, aprire un dialogo con l’Amministrazione Comunale”.