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GDF FERRARA: CONTRASTO AL LAVORO SOMMERSO. SCOPERTO IMPRENDITORE CHE AVEVA 8 LAVORATRICI IN “NERO”

DiGuardia di Finanza

Gen 27, 2022


Sono otto le lavoratrici “in nero” scoperte dalla Guardia di Finanza di Ferrara durante un
controllo di polizia economico-finanziaria eseguito per la verifica della corretta
applicazione delle norme che disciplinano i rapporti di lavoro dipendente.
Nel dettaglio, i finanzieri della Compagnia di Ferrara, nel corso un’ispezione eseguita nel
pieno svolgimento di una manifestazione fieristica, hanno scoperto, nel capoluogo
estense, 8 lavoratrici impiegate come “hostess” dell’evento, prive di qualsivoglia contratto
di lavoro ed in assenza di garanzie previdenziali ed assistenziali.
Durante il controllo, tutte le lavoratrici hanno dichiarato di essere state reclutate
direttamente da un collaboratore di un imprenditore ferrarese, impegnato nella
organizzazione di convegni e di campagne di marketing, con la promessa di un
pagamento “in nero” di 70 euro giornalieri al termine della prestazione. Lo stesso titolare
dell’attività, non è stato in grado di esibire alcuna documentazione che potesse provare la
regolarità delle posizioni lavorative.
L’imprenditore è stato quindi diffidato alla regolarizzazione delle dipendenti per il periodo
di lavoro prestato in nero, alla stipula del contratto di lavoro ed al mantenimento in servizio
delle lavoratrici per almeno tre mesi, secondo la normativa giuslavorista. Allo stesso è
stata inoltre elevata la cosiddetta “maxisanzione”, ossia una pena pecuniaria per ogni
lavoratore irregolare, per un importo complessivo compreso da un minimo di € 14.400,00
ad € 86.400,00. In caso di mancata adesione alla “diffida”, l’importo della maxisanzione
per l’imprenditore potrebbe arrivare ad un massimo di € 172.800,00.
L’esito del controllo è stato successivamente comunicato all’I.N.P.S., all’I.N.A.I.L., alla
Direzione Territoriale del Lavoro ed Agenzia delle Entrate per i profili di competenza.
L’assiduo impegno della Guardia di Finanza nella lotta all’economia sommersa costituisce
un freno alla permeabilità degli illeciti nei diversi settori produttivi. La specifica attività
ispettiva consente, da un lato, di arginare la diffusione dell’illegalità nel sistema economico
a danno dell’imprenditoria sana che opera nel rispetto delle regole, dall’altro, di tutelare la
parte più debole del rapporto di impiego, ovvero i lavoratori dipendenti. Questi ultimi,
infatti, prestando la propria opera in “nero” o in maniera irregolare, non vedono
riconosciuta alcuna copertura previdenziale e assicurativa, con gravissime conseguenze
sia sulle legittime aspettative di maturazione dei requisiti pensionistici, sia sulle garanzie
in tema di infortuni sul lavoro.

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