Gentili Autorità, militari, civili, religiose, Care cittadine e cari cittadini,
per la prima volta da sindaco partecipo alla celebrazione del 4 novembre, data nella quale si celebra l’unità nazionale e le nostre forze armate.
Si tratta di una data nella quale ricordiamo con affetto e riconoscenza il completamento, con le conquiste nel 1918 di Trento e Trieste, dell’unità d’Italia e nella quale festeggiamo le Forze Armate. Al tempo stesso, non possiamo dimenticare, l’enorme sacrificio umano che comportò la guerra del 1915-18, la morte di oltre 650.000 italiani, per lo più giovani, e il ferimento di un milione di soldati e che altrettanto gravi e dolorose furono le perdite per i nostri avversari di allora. Con ancora più forza dobbiamo ricordarlo quest’anno, perché proprio il 4 novembre di cento anni fa avveniva la tumulazione all’Altare della Patria di una bara con i resti di un caduto in guerra non identificato, simbolo di tutte le vittime italiane senza nome dei conflitti: mi riferisco al milite ignoto. Sono passati proprio cento anni da quando Maria Maddalena Blasizza madre di un caduto il cui corpo non venne mai riconosciuto, ebbe il compito di scegliere tra 11 bare di caduti quale sarebbe diventata quella del Milite Ignoto. Quella bara fu poi collocata su un treno ferroviario speciale, che partì il 29 ottobre, da Aquileia verso Roma, che fece tappa anche nella vicina Ferrara e Poggio Renatico, in un viaggio solenne, con ali di folla che ne salutarono il passaggio con commozione.
Da oltre 75 anni la gran parte dell’Europa e l’Italia non registrano più guerre all’interno dei loro confini: un risultato insperato, dovuto alla lungimiranza di quanti hanno lavorato e lavorano per una Europa unita, libera da quelle pulsioni sovraniste che, inevitabilmente, spingono alla concorrenza e al conflitto tra nazioni, premessa per nuove guerre, nuovi lutti e distruzioni. Quelli che ieri erano nostri acerrimi nemici, oggi sono amici dai quali non ci separa più alcun confine. Nella nostra Costituzione, all’articolo 11, è stato scritto che “l’Italia ripudia la guerra” come mezzo per la risoluzione dei conflitti e delle controversie internazionali. Le nostre Forze Armate sono pronte a difenderci da eventuali aggressioni esterne, ma in questi anni sono diventate soprattutto supporto alle azioni di pace, portatrici di solidarietà e hanno pagato per questo un duro prezzo in termini di vite umane. Guardiamo ad esse con rispetto e affetto sincero. A loro va un grande ringraziamento anche per il grande lavoro quotidiano che svolgono sui territori, mettendo le loro vite al servizio del nostro Paese garantendo sicurezza a tutte le cittadine ed i cittadini.
Care cittadine e cari cittadini, Autorità: la pace e la cooperazione sono il nostro orizzonte, lavoriamo per questi valori anche nella nostra comunità facendo delle differenze un’occasione non di divisione o conflitto ma di arricchimento reciproco.
Grazie per la vostra partecipazione e per avere condiviso con noi il ricordo del sacrificio di tante vite umane.