E’ notizia della stampa bolognese di oggi che per il comune di Bologna partirà un nuovo servizio fornito da Amazon per la consegna della spesa a domicilio che avviene in concomitanza con l’apertura di un nuovo centro logistico. Se da un lato l’apertura di nuove posizioni di lavoro e di nuovi servizi che possono venire incontro all’utenza è da salutare con favore, non di meno bisognerà porre attenzione sulle tutele occupazionali: troppo spesso queste nuove forme di lavoro e questi nuovi impieghi sottostanno a regole al limite della tolleranza. Non vogliamo fare certo un processo alle intenzioni, tuttavia invitiamo i soggetti istituzionali coinvolti a fare la loro parte in tema di difesa di diritti dei lavoratori. Un aspetto che però ci preoccupa, come PCI Cento, è la possibilità che tali nuovi servizi possano impattare negativamente sul commercio di vicinato nei centri urbani come Cento, il cui commercio locale è stato messo a dura prova prima dal terremoto e poi dal Covid. E’ innegabile che il colosso americano abbia risorse per poter offrire servizi anche h24, 7 giorni su 7, ma è altrettanto evidente che i commercianti non possano controbattere ad una simile offensiva, che è certo al momento lungi dal palesarsi. Chi ha responsabilità di governo, sia locale che nazionale, deve mettere in campo tutte quelle forme di tutela verso il commercio locale e di vicinato che devono andare oltre a misure temporanee e palliative quali una riduzione di tariffe. Bisognerebbe a nostro avviso agire più in profondità prevedendo una politica di affitti calmierati, un sostegno al microcredito, una diversa formulazione dei servizi bancari (pensiamo ad esempio a cosa si incorre se non si paga una cambiale o una ricevuta bancaria o se si attiva uno scoperto di conto corrente) che vada maggiormente incontro alle necessità dei piccoli commercianti.