I finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara, nell’ambito degli accertamenti condotti a
tutela della spesa pubblica, in sinergia e collaborazione con l’INPS, hanno individuato 24
nuclei familiari che a vario titolo hanno richiesto il reddito di cittadinanza pur non
avendone i requisiti.
19 sono state le persone denunciate per aver dichiarato il falso nella dichiarazione
sostituzione unica (D.S.U.), attestando cose non vere, ovvero omettendo le informazioni
dovute.
Fra le posizioni irregolari 5 sono riconducibili a persone condannate in via definitiva nei
dieci anni precedenti alla richiesta o tratte in arresto per gravi reati e, 12, a persone
extracomunitarie, che hanno falsamente dichiarato di vivere in Italia da lungo periodo.
Incrociando i dati delle dichiarazioni sostitutive uniche (D.S.U.) presentate ai fini del
rilascio dell’ISEE, con quelli del casellario giudiziale e dei carichi pendenti, sono stati
individuati 5 soggetti percettori del reddito di cittadinanza, dei quali 2 italiani condannati
per il reato di associazione mafiosa, 1 italiano condannato per omicidio volontario, 1
nigeriano e 1 camerunense tratti in arresto per associazione mafiosa e traffico di
sostanze di sostanze stupefacenti. In tutto risultano aver percepito illegittimamente, in
circa due anni, oltre 40.000 € di aiuti, attestando falsamente di essere persone con la
fedina penale pulita.
Nel corso delle indagini sono stati peraltro individuati 12 cittadini stranieri, 8 nigeriani, 1
pakistano, 1 marocchino, 1 camerunense e 1 rumeno che hanno falsamente
autocertificato, nelle istanze prodotte per ottenere il sussidio, di essere, da lungo periodo
di tempo, residenti in Italia, percependo sussidi mensili dai 500 ai 700 €. La maggior
parte degli stranieri controllati è risultata aver fatto ingresso nello territorio dello Stato,
illegalmente. In questi casi la norma prevede un doppio requisito affinché i cittadini
stranieri possano richiedere ed ottenere il “Rdc”: la residenza in Italia da almeno 10 anni,
di cui gli ultimi due in modo continuativo al momento della presentazione della domanda
e per tutta la durata del beneficio erogato, e il possesso della cittadinanza di un Paese
U.E. o di un permesso di soggiorno permanente o di lungo periodo (per gli extra
comunitari).
Per tutte le casistiche, la normativa, prevede la reclusione da 2 a 6 anni e l’immediata
revoca del beneficio. Oltre alla denuncia, i nominativi delle persone condannate e di
quelle straniere che hanno indebitamente percepito il sussidio, sono state segnalate
all’INPS, sia per la revoca dello stesso, sia per il recupero delle somme già erogate, pari
a circa 90.000 euro.
L’attività svolta da tutti i Reparti della Guardia di Finanza di Ferrara, testimonia il
costante impegno per assicurare che tutte le prestazioni di natura assistenziale vadano
effettivamente ai nuclei familiari che ne abbiano diritto, evitando le iniquità che l’indebito
accesso a soggetti privi dei necessari requisiti potrebbe generare minando la coesione
sociale.