le utenze di emergenza possono e devono essere chiamate per ragioni di necessità, ma mai per “annunciare disastri, infortuni o pericoli inesistenti”
Ieri mattina 14 aprile 2021, all’utenza di emergenza 112 dei Carabinieri di Cento (Fe) giungeva la richiesta di aiuto da parte di un ragazzino che diceva di essere stato segregato, bendato, all’interno di uno sgabuzzino. Immediatamente l’operatore della centrale attivava le procedure per il rintraccio dell’utente, avviando contestualmente tutte le pattuglie disponibili nella zona indicata dal bambino. Tramite i gestori di telefonia mobile, le banche dati e gli elementi involontariamente riferiti dall’interlocutore, i militari riuscivano ad individuare l’abitazione in cui il minore sarebbe stato segregato. Una volta entrati nell’appartamento gli operanti scoprivano che l’adolescente, d’accordo con alcuni suoi coetanei, aveva pensato di fare uno scherzo ai Carabinieri. La condotta del ragazzino integra il reato di “procurato allarme” ma, essendo infraquattordicenne lo stesso non potrà essere perseguito dalla Procura Minorile, tuttavia il Tribunale per i Minorenni di Bologna si interesserà dell’accaduto. La vicenda appare quanto mai indicativa della necessità di evidenziare, soprattutto ai più giovani, che le utenze di emergenza possono e devono essere chiamate per ragioni di necessità, ma mai per “annunciare disastri, infortuni o pericoli inesistenti”, come recita il codice penale, in quanto oltre a commettere un reato vengono distolte risorse (uomini e mezzi) da interventi e necessità reali di altri cittadini in difficoltà.