Di Manuela Armida – Che siano recenti o consolidate, pagane o cristiane, condivise o contestate, le tradizioni rappresentano le radici di ogni popolo, ciò che permette di “rendere presente anche il passato più remoto”. Novembre è caratterizzato da una ricorrenza molto importante e sentita, il 2 di questo mese si celebra infatti La festa della “Commemorazione dei defunti”. Una giornata nella quale è consuetudine recarsi al cimitero, far visita ai propri cari, dedicando loro una preghiera e il nostro tempo per ricordare chi si è amato e non c’è più; perché in fondo è vero: “nessuno muore sulla Terra, finché vive nel cuore di chi resta!” Da qualche decennio però, accanto alle tradizionali ricorrenze più o meno radicate e celebrate da Nord a Sud, nello Stivale se ne sono diffuse altre, come – ad esempio – “Halloween”, una usanza importata dagli Stati Uniti, che cade il 31 Ottobre di ogni anno. Durante la “notte delle streghe”, le case si riempiono di zucche decorate e le vetrine dei negozi abbondano di maschere paurose, fantasmi e pipistrelli; per le strade si incontrano zombie, streghe, scheletri e fantasmi e i bambini bussano alle porte, chiedendo ai vicini “dolcetto o scherzetto?”. Se è vero che il nostro Bel Paese sente forte il desiderio di seguire le tradizioni, a volte con un po’ di scetticismo verso quelle importate, c’è da ammettere però che, in questo anno così imprevedibile, molto è cambiato soprattutto in tema di festeggiamenti. Infatti in tempi di “distanziamento e coprifuoco”, anche gli eventi legati a questa tradizione d’oltreoceano sono stati annullati, e così non ci resta che rinunciare ai travestimenti, riporre nel cassetto le maschere mostruose e continuare, purtroppo, ad indossare la mascherina. Nella speranza di riporre anche lei, al più presto e per sempre.
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