L’operazione di mistificazione messa in atto in questi ultimi giorni da parte di diversi autorevoli dirigenti sindacali tra quelli firmatari il CCSL sulle vicende FCA è, a dir poco, sconcertante.
In relazione l’eco-tassa contenuta nella legge di stabilità non si può sostenere che questa sia la causa delle difficoltà del gruppo per quanto riguarda gli stabilimenti italiani. Il calo drastico delle vendite (- 26% sul 2017) è stato registrato nel corso del 2018 quando di eco-tassa non c’era traccia. Assecondare i lamenti di FCA significa rendersi colpevoli di omissione di trasparenza. Il piano industriale presentato a fine novembre, già carente e lacunoso, verrà probabilmente rivisto dal gruppo in conseguenza, dicono, degli interventi governativi. La verità è invece quella di un gruppo che registra ritardi clamorosi, in investimenti e strategie, rispetto le altre case automobilistiche.
Sostenere poi che il “premio efficienza” riconosciuto anche ai lavoratori dello stabilimento VM di Cento è un risultato particolarmente significativo ed in netto miglioramento è offensivo delle intelligenze di lavoratrici e lavoratori. Lavoratrici e lavoratori che dal marzo 2016 hanno conosciuto mesi e mesi di ammortizzatori sociali e che, attualmente, sono in contratto di solidarietà fino al giugno 2019. E le cui prospettive sono legate alla presentazione del nuovo propulsore diesel V6 dedicato al mercato USA. Sempre nel piano industriale, infatti, nessun cenno è stato fatto rispetto una eventuale riconversione, anche parziale, della produzione dello stabilimento. E in un mercato generale in cui il diesel è sempre più messo in discussione, un sindacato responsabile si pone il tema della prospettiva produttive ed occupazionali. La Fiom da almeno due anni chiede di aprire un confronto unitario vero sul tema. Con i “… va tutto bene…” e i “… domani andrà meglio…” si viene meno al proprio ruolo.
Senza dimenticare che ogni mese i lavoratori FCA hanno una retribuzione della “paga base” più bassa degli altri lavoratori metalmeccanici e che il premio, completamente variabile, è frutto dell’intensificazione dell’efficienza di stabilimento ed è un risultato lontano dal riconoscimento del lavoro e dei sacrifici dei lavoratori.