Sono iniziati i rilievi funzionali alla redazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica per il ripristino post sisma dell’Ex Ufficio del Registro. L’opera è stata finanziata dalla Regione Emilia Romagna per 2.000.000 di euro ed è stata inserita nell’ambito del Piano Annuale Beni Culturali 2013-2014-2015-2016, approvato con Ordinanza del Commissario Delegato del 23 maggio scorso. L’anno scorso, infatti, l’Amministrazione Comunale ha ottenuto di inserire l’intervento nel programma delle opere, dopo l’operazione di acquisizione dal Demanio, a seguito del ‘Trasferimento agli Enti territoriali di beni demaniali nell’ambito di specifici accordi di valorizzazione’.
Dopo una consistente opera di pulizia, con sfalci e sanificazione dei locali, hanno dunque preso il via le indagini attraverso laser scanner, in grado di restituire un dato metrico tridimensionale dello stato attuale della struttura. Il complesso dovrà essere sottoposto ad azioni di ripristino e consolidamento a seguito dei danni conseguenti al terremoto del maggio 2012, che ha determinato significative ferite all’adiacente chiesa di San Filippo Neri, tra cui il parziale distacco della facciata dalla struttura retrostante, e all’ex oratorio dei Filippini, che presenta lesioni dei setti murari e della copertura.
L’immobile era originariamente adibito a convento e annesso funzionalmente alla adiacente chiesa: risalgono al XVII secolo. Il convento, di proprietà demaniale dal 1866, è stato sino al 2001 sede dell’Ufficio del Registro. L’edificio, di una superficie complessiva di circa 615 mq per piano, 1230 mq. totali, risulta composto da due corpi ben differenziati sia formalmente che funzionalmente: l’area di proprietà include anche il cortile compreso tra l’abside della chiesa di San Filippo Neri e il convento stesso
Il recupero dell’Ex Convento è stato individuato dall’Amministrazione Comunale come uno degli interventi strategici per la riqualificazione fondante del centro storico: l’antico complesso monumentale si presenta infatti come l’ultimo grande vuoto urbano, che per le sue dimensioni e la sua posizione centrale, unite al fatto che il palazzo giace in stato di abbandono, rappresenta un’opportunità strategica per il rilancio del centro.