Dopo il successo della prima puntata in compagnia del dott Mauro Mazzoni, psicoterapeuta, NEWS TVA e areacentese.com propongono la seconda sul tema della sessualità nell’anziano e nell’handicap.
“Ad una certa età certe cose non si fanno.” Ecco la voce di quella componente della nostra cultura che vuole costringere gli anziani alla diversità e alla interdizione. Diamo un semplice dato: il 50% delle coppie che hanno superato i settanta anni, continuano ad avere una attività sessuale…non meravigliatevi. Ma occorre uscire dalle rigidità normative, la sessualità dell’anziano non è quella del giovane o dell’adulto, e non si possono usare tali parametri per comprendere i vissuti e i comportamenti in questa età. E per il disabile? la forza eversiva del piacere può diventare per le istituzioni che li seguono, ma in molti più casi per le famiglie fastidiosa e distruttiva.
La morte non è male: perché libera l’uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desideri. La vecchiezza è male sommo: perché priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori.Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza. (G. Leopardi,Pensiero VI). Noterella: niente di più vero… Eppure Giacomo non aveva provatola “sua” vecchiezza, né aveva assistito a quella dei suoi cari… Che avrebbe potuto scrivere se avesse potuto vedere i capelli bianchi di sua madre (con quel che significa?). Che dire? Capacità di immedesimazione nei vecchi che aveva avuto modo di incontrare durante la sua vita? Oppure accelerazione della sua? La vecchiezza è male sommo non solo per chi la vive ma anche (e forse più) per chi le respira accanto…