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Poste italiane, scene di (dis)ordinaria amministrazione

DiGiuliano Monari

Lug 24, 2018

 di Marco Cevolani (testimone in diretta) – Dosso, Terre del Reno. Stamattina alcuni utenti, presentatisi con puntualità alle 8:20 all’ufficio postale di Dosso, frazione del comune di Terre del Reno, lo hanno telefonato chiuso: sguardi all’interno dell’ufficio, nessun movimento…che sarà successo?

Uno degli utenti telefona all’ufficio postale di Sant’Agostino e il mistero è presto risolto: l’impiegata che avrebbe dovuto aprire l’ufficio ha avuto un improvviso problema di salute, di lì a poco sarebbe arrivata una collega da Cento ad aprire, apertura che è avvenuta attorno alle 9.

Ufficio postale di Terre del Reno, anche lì sostituzione improvvisa dell’impiegata a cui si aggiunge malfunzionamento di un “device” del computer e considerando che è presente una sola postazione attiva, qualche disagio, senza poi considerare l’ufficio privo di aria condizionata.

Insomma, una mattinata di passione.

Intendiamoci, disguidi e imprevisti possono sempre capitare ma a farne le spese sono in primis gli utenti e sencondariamente anche gli impiegati che si trovano a gestire situazioni a volte di vero disagio senza averne alcuna responsabilità.

L’origine del problema? Che in tutti i paesi del globo terracqueo le poste fanno solo servizio postale mentre in Italia vogliono fare anche le banche, i negozi di hi-tech, e una volta pure le tabaccherie visto che per un certo periodo davano via i gratta e vinci.