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INAUGURATA LA CHIESA DI SAN BIAGIO: Basilica gremita per la messa di se Matteo Zuppi

DiGiuliano Monari

Mar 24, 2018

 

A sei anni dal terremoto del 2012 la città di Cento si è riappropriata della Basilica di San Biagio. Questo pomeriggio infatti, alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, è stata riaperta al culto. Dopo un lungo e sapiente lavoro di recupero e di adeguamento sismico la cattedrale è tornata agli antichi splendori.

Il sindaco di Cento durante la celebrazione ha detto: “Rientrare oggi nella nostra Basilica Collegiata di San Biagio è come ritornare a casa dopo un lungo viaggio.
Dopo un cammino di poco meno di sei anni, durante il quale abbiamo incontrato momenti di difficoltà ma che ci ha visti sempre uniti e determinati nel riconquistare la nostra vita dopo il terremoto, finalmente siamo a casa.
Riponiamo una valigia carica di sentimenti, dalla paura al coraggio, dallo smarrimento alla fiducia, e piena di regali inattesi dopo una tragedia come il sisma, quali la solidarietà, l’altruismo, la fratellanza e l’unità di intenti.
E ci lasciamo avvolgere dal calore e dalla familiarità di queste mura, che rappresentano luogo identitario della nostra città e punto di riferimento della nostra comunità.
Come ogni ritorno, anche questo ci fa provare un’emozione intensa e costituisce per tutti noi il recupero delle certezze e delle sicurezze, il ritrovare noi stessi, il ritrovarci.
Oggi dunque è una giornata di festa, perché la Collegiata di San Biagio, il luogo di culto più antico di Cento, torna a rivivere con i suoi fedeli e per la sua città. Ed è giornata di speranza, perché testimonia, anche ai fratelli che sono stati colpiti più recentemente dal terremoto, penso in particolare alle popolazioni dell’Italia centrale, che ci si può rialzare, si può rinascere, che il sisma colpisce ma non piega, ferisce ma non disgrega.
Ma non dimentichiamoci di fare di questo giorno anche un’occasione di gratitudine: verso tutti coloro che ci hanno aiutato, verso chi ha consentito e sostenuto questo percorso di ricostruzione, verso quanti hanno lavorato, e aggiungo hanno lavorato amorevolmente, per rendere questa chiesa più sicura e più bella.
E come quando si torna a casa e ci si circonda di ricordi di viaggio, anche noi oggi serbiamo cari i ricordi, simboleggiati da questo frammento della croce metallica raccolto ai piedi del campanile. Lo facciamo per non disperdere la memoria di quanto ci è accaduto, che ci ha condotti sin qui e che diviene pietra angolare di un futuro in cui insieme continueremo a camminare e a progettare, a costruire e a crescere.
Mi aggiungo alle parole di monsignor Zuppi, che ringrazio per essere così presente fra di noi, dimostrandoci attenzione e affetto, nel ricordo commosso di monsignor Salvatore Baviera”.

 

 

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