Di Giorgia Loconte
Riceviamo dall’Usl e riferiamo volentieri che:
La Direzione dell’Azienda Usl di Ferrara desidera informare l’opinione pubblica sulla questione sollevata con risalto sulla stampa locale, specificando importanti aspetti di legge e di contesto non presenti negli articoli.
La gara in questione non è una gara della sola Azienda Usl di Ferrara, perché interessa anche le aziende sanitarie territoriali di Bologna e Imola che fanno parte dell’Area Vasta Emilia Centro.
La gara per entità economica e per dimensione territoriale ha un valore importante pari a dieci milioni di euro che impongono fondamentali vincoli normativi nazionali ed europei.
Le specifiche di gara e i criteri di scelta sono state definite da un gruppo tecnico, composto da diversi professionisti, rappresentativa di tutte le Aziende coinvolte e non esclusivamente dall’Azienda USL di Ferrara che in termini di propria quota economica della gara rappresenta solo il 15%. Alla gara si sono presentate complessivamente sei ditte di cui una sola appartenente alla cooperazione sociale: la “Germoglio”.
Il Codice degli Appalti e le prescrizioni dell’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione, istituzione amministrativa indipendente, infatti, ribadiscono il principio cardine per cui l’affidamento di servizi deve rispettare i principi di libera concorrenza e parità di trattamento che le amministrazioni pubbliche sono assolutamente tenute a rispettare (v. www.anticorruzione.it); a maggior ragione in una gara di tale entità.
Il tenore della contestazione, riferito proprio ai principi e criteri d’impostazione della gara, a giudizio di quest’Azienda, pare intempestivo che si manifesti con questi toni, e solo oggi, ad aggiudicazione ultimata, in quanto la gara è stata bandita un anno fa e le regole erano già state definite per allora e, quindi, implicitamente accettate da tutti i partecipanti all’offerta.
Per quanto riguarda l’affermazione per cui “vince la logica del massimo ribasso”, questa, non è confermata dai fatti, perché la gara è stata impostata per attribuire un maggior peso alla qualità rispetto al prezzo; salvo che non si voglia -a questo punto- sindacare il giudizio espresso dalla commissione di gara, pariteticamente composta di professionisti di tutte e tre le Aziende Sanitarie coinvolte e che in alcun modo può essere condizionato.
L’aspetto della tutela dell’occupazione di tutte le persone fino ad oggi impegnate -disabili e non- in qualsiasi servizio non deve sicuramente essere ignorato, ma va più correttamente contestualizzato.
Se l’affermazione “… l’irresponsabile atteggiamento dell’AUSL” si riferisce al fatto che l’AUSL non tutela l’occupazione di persona affette da disabilità, occorre precisare che non è questa la responsabilità specifica che attiene al suo mandato che è quello, invece, di tutelare lo stato di salute della popolazione. Si tratta sicuramente di un problema sociale, e in tal senso ciascuno è chiamato a fare la sua parte: l’Azienda USL conta tra i propri organici settantotto dipendenti appartenenti alle categorie protette.
Tornando al caso specifico, per quanto è a nostra conoscenza, il licenziamento dei dipendenti disabili non dovrebbe necessariamente essere scontato.
Nel bando di gara, infatti, per garantire i livelli occupazionali, sono presenti delle clausole espressamente accettate dalla ditta vincente, per cui la stessa deve essere disponibile ad assumere il personale, della ditta cessante.
L’Azienda Usl è a conoscenza -e quindi è bene che ne sia informata anche l’opinione pubblica- che la ditta aggiudicataria ha già fatto richiesta dell’elenco nominativo del personale attualmente impiegato, consegnato -non senza qualche resistenza- dal Germoglio.
Ausl Ferrara, in ogni caso, già dalla giornata di Mercoledì 13 scorso, ha invitato, la ditta vincitrice e le organizzazioni sindacali -che risulta si siano già attivate- a chiedere un incontro urgente presso la Direzione Provinciale del Lavoro così come prevede l’art. 4 del contratto di lavoro CCNL Multiservizi rendendosi disponibile a fornire la propria collaborazione.
Ausl Ferrara ritiene, infine, che la cooperativa Il Germoglio possa essere nelle condizioni di riorganizzare parte delle proprie attività, anche con azioni di riassorbimento, tra i suoi 140 dipendenti, di quella parte di personale che non dovesse essere utilizzato dalla aggiudicataria.