Riceviamo e pubblichiamo da Adriano Orlandini, precisando che della “conferenza” citata nella lettera la nostra Redazione non è mai stata invitata, pertanto rimandiamo le conclusioni e le eventuali deduzioni riguardo l’argomento trattato a chi ha potuto prendere parte a detta conferenza.
Prima di dover ricorrere eventualmente alle vie legali, una volta per tutte voglio ribadire con forza il corretto
comportamento della commissione del Patrimonio Studi da me presieduta (e composta da altri tre
consiglieri), che subito dopo il terremoto fu costretta dagli eventi a decidere all’unanimità il restauro
immediato e inderogabile della Chiesa di S. Lorenzo, per la salvaguardia del grande patrimonio storicoartistico
dell’Ente e per il bene della cittadinanza, la quale senza S. Lorenzo si sarebbe trovata a lungo senza
un edificio per il culto. Furono decise all’unanimità anche tutte le migliorie che si ritennero necessarie per
l’abbellimento del complesso.
Al termine di tutti i lavori, il 4 ottobre 2013, davanti a un notaio, fu firmato con la ditta RE.SIN.TEC. un
contratto preliminare in cui il Patrimonio Studi si impegnava a rogitare la permuta dell’immobile di via
Lamborghini 20 (valutato ben 470.000 euro) non appena ottenuta la sanatoria per tale immobile, a seguito
della DIA presentata in Comune il 20 agosto 2013. Il rogito comunque sarebbe dovuto avvenire entro e non
oltre il 4 aprile, cioè entro 6 mesi esatti dalla data del preliminare (e questo cautelava il Patrimonio da
eventuali ritardi nel rilascio della sanatoria). Quindi non ci fu assolutamente alcuna “clausola peggiorativa”
per il Patrimonio, ma solo la fissazione di una data ultima per il rogito, senza la quale qualsiasi preliminare
deve ritenersi nullo.
La nuova commissione, insediatasi a fine ottobre 2013, ebbe quindi a disposizione più di 5 mesi per rogitare,
cosa però che molto incautamente non volle fare, adducendo scuse risibili, come quella che “la Regione ci
mise in guardia da questa forma di pagamento”. Tale affermazione è del tutto gratuita, perché il Patrimonio
Studi, ente privato di diritto pubblico, è assoggettato alla normativa dei contratti pubblici che, nel DL
163/2006 art. 53 comma 6, recepito anche nel codice attuale, prevede che “in sostituzione parziale o totale
delle somme costituenti il corrispettivo del contratto, il bando di gara può prevedere il trasferimento
all’affidatario della proprietà di beni immobili appartenenti all’amministrazione aggiudicatrice”.
A quel punto cominciò una lunga odissea giudiziaria, gestita all’inizio dall’assessore Claudia Tassinari (si
parlò di conflitto di interessi per la carica ricoperta), poi addirittura dalla stessa Filippini, che decise di essere
contemporaneamente sia Presidente sia avvocato dell’Ente. La causa venne malamente persa, con il tribunale
che diede torto al Patrimonio (e non poteva essere diversamente) e così alla fine si è arrivati al pignoramento.
Oltretutto nel frattempo l’immobile di via Lamborghini, in balìa dei vandali e delle intemperie, si è andato
deteriorando giorno per giorno, diventando un immobile scarsamente appetibile. A causa del degrado e della
caduta del mercato degli immobili usati, nella migliore delle ipotesi gli agenti immobiliari valutano il valore
attuale dell’immobile dai 230.000 ai 250.000 euro, con una perdita secca per il Patrimonio Studi di oltre
200.000 euro. A tale cifra si aggiungano i costi notevolissimi della causa, delle spese legali e degli interessi
da pagare, valutabili in oltre 100.000 euro. Assommando tutto, abbiamo quindi un danno al Patrimonio Studi
di ben oltre 300.000 euro! Al confronto tutte le altre cose sono quisquilie…
Dopo un danno di tale entità subito dall’Ente, io me ne sarei stato buono e zitto. Invece la Filippini, alterando
palesemente la realtà, nella conferenza stampa ha avuto l’ardire di dichiarare che “il pignoramento è stato
fatto a causa di Orlandini che non ha avuto cura e premura della Fondazione”. Prima o poi la Filippini dovrà
farsene una ragione: se la commissione da lei presieduta avesse perfezionato il rogito della permuta che il
notaio aveva predisposto, il pignoramento non sarebbe mai avvenuto e quindi il “fallimento” del Patrimonio
(come lo chiama la Filippini) è interamente colpa dell’attuale commissione e non di altri!
La commissione da me presieduta è fiera di tutto quello che il Patrimonio Studi ha prodotto nei cinque anni
in cui l’abbiamo gestito, facendolo conoscere a tutti i Centesi, molti dei quali prima ne ignoravano addirittura
l’esistenza: oltre al grande restauro del Liceo ed al restauro di S. Lorenzo e del suo campanile, abbiamo
realizzato l’apertura di un museo unico nel suo genere, la chiusura con grandi vetrate della loggetta del
Liceo, le gare per il restauro di cinque case rurali, borse di studio annuali ed anche straordinarie, mostre di
pittura, conferenze, la pubblicazione di libri e CD.
Adriano Orlandini