Un centro giovanile non è una pretesa ma una necessità, lo spazio c’è ma è tutto bloccato.
Una città che si pone obiettivi di crescita – economici, sociali e culturali – non può permettersi che le giovani e i giovani non abbiano a disposizione uno spazio che offra opportunità di incontro e tutti i conseguenti benefici che da esso scaturiscono.
Le prospettive dalle quali affrontare questo argomento sono molteplici, ma due sono le principali : promozione della socialità e cura della cosa pubblica.
Favorire socialità è, soprattutto in questo dato momento storico, una grande sfida che va affrontata con grande serietà, soprattutto da chi ha il compito di governare la cosa pubblica.
La nostra città è stata investita, anche a seguito dei tristi eventi sismici di cinque anni fa, da dinamiche di individualismo diffuso che ci portano a pensare alla città non più come un prodotto collettivo figlio della sinergia tra i propri cittadini ma semplicemente come luogo fisico dove le vite si incrociano e gli eventi si sviluppano autonomamente ; è un grande peccato e il rischio di sperperare risorse utili alla collettività è altissimo.
Se ci fermiamo poi ad analizzare i contesti tipici dei giovani questo fenomeno si amplifica ed è inutile sottolineare che queste circostanza affiancate alla gioventù potrebbero aver ripercussione ben peggiori rispetto allo sperpero di risorse. Proprio in questo senso è allora importante cercare di capire, ragionare ed intervenire ; aumentare i luoghi ed i momenti nei quali i giovani cittadini possano confrontarsi, interagire, organizzare, mettersi in gioco e mettersi in pratica rappresenta una sfida ma allo stesso tempo rappresenta sicuramente un elemento utile alla soluzione del problema. Incontro significa anche conoscenza, condivisione e ideazione che sono tutti gradini necessari anche per lo sviluppo di nuovo lavoro.
Un centro giovanile quindi significa socialità, svago, condivisione, promozione individuale, crescita e possibile creazione di nuovo lavoro.
Potremmo chiamarla rigenerazione urbana ma è un concetto usato e spesso abusato, preferiamo parlare di cura della cosa pubblica. In città sono presenti diverse strutture dismesse o inutilizzate, lo stabile presente nella stazione di Cento è uno di questi ed era quello identificato per il centro giovanile. Rendere fruibile quello spazio dai giovani avrebbe anche rappresentato un’opportunità per la rivalorizzazione di un contesto cittadino non facile e particolarmente piacevole alla vista. Responsabilizzare le giovani generazioni, con il coinvolgimento dell’intera cittadinanza, tramite la gestione di uno spazio pubblico significherebbe aumentare l’interesse per gli spazi comuni e ne favorirebbe notevolmente la cura.
Promuovere il protagonismo giovanile e favorire lo scambio intergenerazionale non può essere un compito demandato alle sole agenzie educative del territorio : le numerose associazioni e le parrocchie da anni assolvono questo impegno con costanza e dedizione ma chi governa una città se ne deve assumere maggior responsabilità, perciò auspichiamo che l’amministrazione comunale si attivi in tal senso nella maniera più tempestiva possibile e nel caso contrario, da parte nostra, la mobilitazione sarà massima.
Ivan Greghi – Candidato segreteria Pd