Dall’ufficio stampa del Comune di Cento
Taglio del nastro, sabato 12 agosto, per l’esposizione ‘Guercino e Mattia Preti a confronto. La nuova linea dell’Arte Barocca’, che nel centro calabrese celebra il 25° anniversario della Fondazione del Museo di Taverna.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 16 novembre, propone una comparazione fra le opere di questi due fondamentali esponenti del Barocco italiano, permettendo di costatarne il legame sia stilistico sia iconografico. E, nel nome di due geni dell’arte del Seicento, valorizza il sodalizio fra Cento e Taverna, che, come ha rimarcato il sindaco Fabrizio Toselli, «testimonia come il confronto e lo scambio producano progresso e crescita, e come l’apertura verso altre realtà, la sinergia e l’interazione non possano che portare un arricchimento in termini culturali e turistici, sociali ed economici, di valorizzazione e promozione dei rispettivi patrimoni ed eccellenze».
All’inaugurazione ha partecipato Salvatore Amelio, presidente Centro Studi Internazionale Il Guercino. «Il Cento Studi non poteva non essere, assieme ai Comuni di Cento e di Taverna, promotore di un progetto che, oltre a un grande valore artistico, assume una connotazione scientifica che sicuramente arricchirà la storia dell’arte italiana – ha spiegato -. La mostra vuole approfondire il rapporto artistico che ci fu fra questi due artisti: capire cosa Mattia Preti recepì dal Guercino e quali elementi del maestro emiliano gli furono utili per la sua pittura. Oltre a voler mostrare l’aspetto documentale che lega i due artisti, si propone inoltre di individuare una nuova linea interpretativa del Guercino, quella caravaggesca, molto evidente nelle sue opere giovanili e in quelle della prima maturità per teatralità, monumentalità e naturalezza. Pertanto il confronto del caravaggismo del Guercino con quello straordinario di Mattia Preti metterà luce su questa nuova linea caravaggesca del Barocco».
In Calabria sono giunte quattordici opere – otto tele e sei disegni – del Guercino: San Giovanni Battista, Cristo risorto appare alla Vergine, La Madonna del Carmine e Sant’Alberto, Un miracolo di San Carlo, La Madonna col Bambino Benedicente, San Bernardino da Siena con San Francesco d’Assisi in preghiera, Madonna della Ghiara con i Santi Pietro e Carlo. Presente anche un dipinto di Benedetto Gennari che propone il ritratto del Guercino accanto a quello di Manzini, assieme a disegni come Cristo Salvator Mundi, San Guglielmo d’Aquitania, San Girolamo, David con la testa di Golia, Santa Genoveffa tra gli appestati e Paesaggio con figure.
La prima testimonianza del rapporto fra Giovanni Francesco Barbieri e il ‘Cavalier calabrese’, viene da Bernardo De Dominici, che nel 1742 scrisse del momento in cui Preti, a 17 anni, si trasferì nella bottega del fratello Gregorio a Roma, dove ebbe la possibilità di studiare le opere dei grandi maestri fra cui il Caravaggio e il Guercino. Preti fu letteralmente folgorato dalla pala d’altare del pittore centese raffigurante il seppellimento di Santa Petronilla in San Pietro in Vaticano, tanto che durante i suoi numerosi viaggi nell’Italia settentrionale e in Europa giunse a Cento per conoscere il Guercino e diventare suo discepolo. Un legame che portò persino Guercino, nel 1651, a sostenere l’affidamento a Preti degli affreschi del catino absidale di San Biagio di Modena, dovendo lui rinunciare alla commessa.