Non solo un momento di analisi e confronto per il mondo medico, ma anche una concreta occasione di sostegno alla lotta ai decessi per arresto cardiaco durante attività sportiva. Il convegno ‘Morte improvvisa nello sport’, organizzato dall’Ausl di Ferrara con il patrocinio delle associazioni mediche di settore, ha infatti visto la donazione di un defibrillatore semiautomatico da parte dell’associazione Cento%Cuore alla Polisportiva Centese.
Mario Pedaci ha consegnato il presidio salvavita al presidente Franco Grandi e al vicepresidente Carlo Lodi. «Contiamo oltre 400 atleti e gestiamo da un anno e mezzo la pista di atletica – hanno affermato i rappresentanti della Polisportiva -: per noi questo strumento è importantissimo. Diversi nostri allenatori hanno già frequentato i corsi per l’abilitazione al suo utilizzo». A esprimere la gratitudine anche il sindaco di Cento, Fabrizio Toselli. «È un piacere per la nostra città ospitare questo rilevante momento – ha affermato il primo cittadino -. Vi ringrazio per questa donazione, che va nella direzione di dotare, a fronte del decreto Balduzzi, gli impianti del nostro territorio di un defibrillatore, integrando un impegno che stiamo affrontando. In questo caso l’impianto sportivo che viene fornito di Dae si inserisce anche nel percorso vita cittadino, che è particolarmente frequentato, soprattutto con la buona stagione».
I lavori sono stati aperti da Biagio Sassone, Direttore UUOO Cardiologie Ausl di Ferrara. «Questo è uno dei tanti incontri regionali, che si connota anche per la trasversalità dell’argomento – ha spiegato -. Lo ospita Cento, città fortemente attiva in questo specifico settore».
Quindi i saluti del direttore generale Claudio Vagnini «Il tema consente di parlare di prevenzione e di riflettere sulle prospettive: l’idea di lavorare insieme fra cardiologia e medicina dello sport, di impegnarci per creare una cultura della prevenzione – ha riflettuto -. Penso che gli strumenti come i Dae possano efficacemente evitare la morte improvvisa, ma dobbiamo vigilare affinché alla donazione corrisponda un’autentica attenzione da parte di chi è chiamato a impiegarli: bisogna ragionare dunque in termini di presenza, ma anche di preparazione di chi deve intervenire, di garanzia di manutenzione e fruizione. Credo molto nella prevenzione – ha concluso -: la medicina deve fare di tutto per stimolare stili di vita positivi, oltre a mettere a disposizione strutture capaci».