Una scultura che offre sempre una nuova prospettiva. È quella di Luciano Minguzzi, protagonista della mostra omaggio ‘Minguzzi, sculture e disegni’ alla Rocca. Il suo vernissage è stato al centro, sabato 20 maggio, della Notte dei Musei a Cento. Tantissimi i visitatori dell’antologica, dopo il taglio del nastro: l’armonia tra il monumento trecentesco e l’elemento architettonico e plastico delle opere è stato accompagnato dalle note dell’arpa dell’interprete internazionale Albane Mahé.
In apertura di serata la presentazione della mostra. «Sono molto orgoglioso che sia un evento tanto importante ad aprire un percorso di rilancio, fondato sull’investimento nella cultura per fare di Cento città d’arte e di turismo – ha affermato il sindaco Fabrizio Toselli -. Tanto più che proprio il 20 maggio segna un momento di ripartenza e testimonia la voglia di ricominciare. Doppio il valore aggiunto: la collaborazione in questa iniziativa di diverse realtà, quali Centro Studi e Fondazione Teatro, e l’apertura della Rocca, che deve essere riscoperta». «La Fondazione Teatro Borgatti vuole fare rete per ottenere risultati sempre migliori – gli ha fatto eco la presidente Milena Cariani -. Condividiamo un progetto culturale molto ambizioso: creare una nuova cultura, a partire fra l’altro dai giovani».
Fra le collaborazioni anche quella con il Comune di Pieve di Cento, in occasione dell’adesione alla Notte dei Musei. «Rinasce il rapporto tra Cento e Pieve – ha confermato il neoassessore alla Cultura Valerio Borgonuovo -. Insieme affronteremo politiche turistiche e culturali, condividendo la consapevolezza di una cultura quale strumento di partecipazione collettiva».
Ad introdurre ‘Minguzzi, sculture e disegni’ Salvatore Amelio, presidente del Centro Studi Internazionale ‘Il Guercino’. «Il nostro istituto è impegnato non solo su Guercino, ma sul piano dell’attività museale complessiva – ha spiegato -. Iniziamo la nostra attività da un evento di altissimo livello: con uno dei principali scultori moderni europei, che ha all’attivo nove biennali, due delle quali vinte, e 400 opere ospitate nei maggiori musei del mondo. In questa esposizione si potranno trovare tutte le espressioni dell’attività del maestro: un grande sperimentatore e un artista a 360 gradi».
A confermarlo la curatrice Alessandra Zanchi, che ha accompagnato per il suo ultimo decennio la vita di Minguzzi. «Un artista che ha avuto una vita lunga e intensa e ha iniziato a dedicarsi alla scultura ventenne, a fine anni ’30. Le 43 opere in esposizione ne mostrano tutto il percorso artistico, unendo alle sculture anche il tratto vivo, brillante e quasi informale dei disegni, oltre agli straordinari modelli originali per la Quinta Porta del duomo di Milano e per la Porta del bene e del male di San Pietro. Una bella mostra: armonia di stili e bellezza, di passione per l’arte».
Assunto confermato da Francesco Botturini, eminente storico dell’arte, che non ha lesinato gli aneddoti esemplificativi dell’arte e del talento di Minguzzi. Il figlio dell’artista, Luca Minguzzi, che ne presiede la Fondazione, ha rammentato i numerosi legami con il territorio centese e ha confermato le suggestioni dell’allestimento: «Se avesse visto i suoi bronzi contro i muri di mattoni della Rocca….».