Lo strumento del CONTROLLO DI VICINATO sta prendendo piede in molte parti d’Italia. I mezzi di informazione nazionale riportano i casi virtuosi di grandi città e piccoli comuni”. Apre così la nota stampa targata PD che prosegue:
Da Como a Venezia passando per Ferrara e altre città della nostra regione. Ma anche nel centro sud cominciano ad essere siglati analoghi protocolli d’intesa presso le Prefetture.
I commenti degli operatori delle Forze di pubblica sicurezza a questo strumento di partecipazione attiva della cittadinanza sono tutti, unanimemente, improntati a soddisfazione.
I NUMERI, in termini di risultati concreti, pur in un periodo di osservazione ancora abbastanza breve, sono, del resto, assolutamente importanti.
Sul sito della Prefettura locale sono riportati i dati relativi a VENEZIA e provincia. Numeri che fanno riflettere!
Nel primo semestre del 2016, rispetto all’analogo periodo del 2015, nei Comuni aderenti al Protocollo si registra, infatti, una diminuzione del 15.5% dei reati in generale (da 4282 a 3618), del 12% dei furti in generale (da 2359 a 2073), del 25.8% dei furti in abitazione (da 546 a 405), del 3% dei furti negli esercizi commerciali (da 270 a 262), del 30.8% delle rapine in generale (da 26 a 18), dell’87.5% delle rapine in abitazione (da 8 a 1) e del 37.5% delle rapine negli esercizi commerciali (da 8 a 5).
Anche nella Città di Venezia l’andamento della delittuosità conferma un trend in diminuzione del 18.7% dei reati in generale
È questa la miglior risposta alla maggioranza che sostiene il Sindaco Toselli che, spalleggiata dalla Lega Nord e dal gruppo misto del ex candidato sindaco Diego Contri, hanno bocciato la proposta del Partito Democratico di istituire anche a Cento questa forma di partecipazione diretta della cittadinanza alla sicurezza del nostro territorio.
Una proposta bocciata e definita “fumosa” semplicemente perché non parla di ronde, la formula così cara alla Destra che, invece, negli anni non ha portato a nessun risultato concreto e si è limitata a vuota demagogia. Anzi, con lo strumento delle ronde, spesso si sono messe in difficoltà le forze professionali di pubblica sicurezza.
IL TEMA DELLA SICUREZZA NON DEVE PIÙ ESSERE una BANDIERA DEMAGOGICA DA SVENTOLARE politicamente PER tentare di ACCAPARRARE dei VOTI. È ora di accantonare questo atteggiamento che sta creando grandi problemi nel Paese.
La giunta Toselli in campagna elettorale aveva fatto della sicurezza un proprio cavallo di battaglia. Dopo 9 mesi non si è nemmeno avviata la discussione in Commissione per capire cosa si potrebbe fare.
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Il 22 febbraio si è invece respinta a larga maggioranza una proposta concreta proveniente dal PARTITO DEMOCRATICO. Un progetto a cui il Pd locale lavorava da oltre 2 anni. In collaborazione con altre amministrazioni in diverse parti d’Italia, a cominciare proprio da Ferrara dove il Controllo di vicinato è già diventato realtà.
Si è, insomma, detto no a qualcosa di concreto per poter continuare a fare chiacchiere e vuote promesse.
Per poter continuare ad utilizzare l’insicurezza diffusa come leva elettorale.
Eppure, il Controllo di vicinato è uno strumento facile e concretamente attuabile: si sensibilizzano alcune persone in a ciascuna frazione o in ciascun quartiere e si crea, naturalmente con semplicità, un tam-tam facile e quotidiano che arriva a segnalare alle Forze dell’ordine tutto ciò che di strano può accadere in una singola zona. Con tanti meccanismi a piramide, attraverso i coordinatori di zona, tutti i cittadini, o quanti desiderano farlo, diventano sentinelle e occhi della Pubblica sicurezza sul territorio. Il tutto coordinato da chi di sicurezza si occupa in modo professionale. Ovvero le Forze dell’ordine e le Prefetture.
Gli operatori professionali di sicurezza infatti non fanno mistero di credere in questo strumento come è stato confermato recentemente anche in un incontro in Consulta nel nostro territorio.
L’Amministrazione comunale ha un ruolo di coordinamento dei volontari di Controllo di vicinato e promuove la loro formazione e la sensibilizzazione della popolazione.
Si tratta di uno strumento che può divenire operativo in qualche mese. E che, come dimostra il caso di Venezia, porta a risultati decisamente apprezzabili.
Non crediamo si possa ancora dire che sono “chiacchiere fumose”. Fumose sono semmai le proposte di chi il 22 febbraio ha votato no.
È necessario che l’amministrazione Toselli torni sui propri passi!
ANCHE A CENTO SERVE IL CONTROLLO DI VICINATO.