di Giulia Borgioli
L’influenza aviaria ad alta patogenicità di tipo H5N8 ha causato in Europa, a partire dall’inizio di novembre fino ad oggi, 1094 focolai in 26 Paesi.
Dal 30 dicembre, otto di questi focolai si sono verificati in Italia, quattro dei quali in singole anatre selvatiche nella provincia di Gorizia e quattro in allevamenti intensivi: in tacchini in provincia di Venezia, in tacchini in provincia di Padova, in galline ovaiole in provincia di Rovigo, in tacchini in provincia di Parma.
Il Ministero della Salute ha diramato prescrizioni per l’intensificazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli e degli interventi di sorveglianza veterinaria fin dall’inizio dell’epidemia. Le Regioni interessate dai focolai invece, hanno emanato provvedimenti di istituzione di zone di protezione e di sorveglianza, come previste dalla norma europea. Fra questi, quello conseguente al focolaio di Porto Viro in provincia di Rovigo che coinvolge la provincia di Ferrara con i Comuni di Goro e Mesola, ove non ci sono allevamenti avicoli intensivi.
Ad oggi, si segnala che in provincia di Ferrara non sono presenti focolai della malattia, ma al fine di prevenire la sua trasmissione, gli allevamenti sono tenuti a rispettare determinate procedure come ad esempio la segnalazione al Servizio Veterinario dell’Azienda USL di ogni mortalità di pollame o uccelli selvatici.
È importante sottolineare anche che da nessuno degli oltre mille focolai segnalati in Europa sono giunte informazioni riguardanti la trasmissione del virus influenzale all’uomo.