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A CENTO C’E’ ANCORA CHI CHIEDE VERITA’ PER GIULIO REGENI

DiMarco Cevolani

Ott 15, 2016

Di Marco Cevolani

Stamattina sotto il porticato dello storico Palazzo Comunale, il PD (presenti diversi esponenti della Giunta Lodi) e il Gruppo Amnesty di Cento e numerosi simpatizzanti hanno esposto – e nel contempo distribuito – gli striscioni che ormai sono diventati simbolo di richiesta di verità per Giulio Regeni, il nostro connazionale – eh sì perchè non sarà un centese ma rimane un nostro connazionale – e forse qualcuno ha dimenticato il significato di questo termine – in risposta alla decisione della giunta Toselli di non esporre – come invece aveva fatto l’amministrazione Lodi – più  lo striscione.

“Non saranno decisioni di dubbia sensibilità ed umanità a fermare una richiesta di verità collettiva – questo uno dei tanti commenti apparsi anche sui social –  Per Giulio, per la sua famiglia e per la libertà come diritto universale garantito.”

La giusta richiesta di verità per Giulio – battaglia sicuramente sposata condivisibilmente anche dal PD Centese, come detto presente in massa stamattina – non dovrebbe essere una battaglia di parte o di partito e non dovrebbe, speriamo, essere usata come ribalta politica da qualcuno desideroso di rimanere sui giornali. Certe battaglie – e chiaramente non si potrebbe esporre uno striscione per tutti gli italiani morti all’estero in circostanze poco chiare – rappresentano di per sè il simbolo di giusta pretesa di verità – come lo era stato qualche anno fa lo mobilitazione di massa sul caso Aldrovandi – e devono fungere anche da simbolo proprio per tutti i nostri connazionali scomparsi tragicamente in circostanze poco chiare, proprio perchè non è possibile mettere uno striscione per tutti quanti…ma siamo proprio sicuri che non sia possibile? O siamo soltanto pigri quando non si tratta di una cosa che ci tocca da vicino?

 

 

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