DI MARCO CEVOLANI
La terra trema ancora nel centro Italia. Il terremoto avvenuto questa notte nella zona dell’Appennino centrale alle ore 3:36 (ora italiana) ha avuto epicentro in provincia di Rieti (vicino Accumoli) ed ha interessato anche le province di Perugia,Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo. I comuni più vicini all’epicentro sono: Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto.
La magnitudo locale (Richter) del terremoto è pari a 6.0. La magnitudo momento Mw, calcolata con l’analisi delle forme d’onda della Rete Sismica Nazionale, è pari a 6.0.
Amatrice, uno dei paesi più colpiti dall’evento sismico, è quasi completamente rasa al suolo.
Fonte Ansa riporta già un primo bilancio delle vittime, si parla di almeno 13 morti (altre fonti fanno salire a 16 il numero delle vittime). In molte zone si sta scavando fra le macerie. Il Dipartimento della Protezione Civile è in contatto con tutti i territori colpiti dal sisma, come ad Amatrice (Rieti), dove si stanno dirigendo i mezzi speciali. Attivi i numeri del contact center della Protezione Civile: 800840840 e della sala operativa della Protezione Civile Lazio: 803555. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi segue gli eventi da Palazzo Chigi. Facebook ha attivato la funzione Safety Check: per le persone nelle zone interessate dalle scosse di questa notte serve a segnalare ai propri amici dove ci si trova.
Il terremoto del 24 agosto 2016 si è verificato ai piedi dei Monti della Laga che si si sviluppano per oltre 24 km tra gli altopiani di Amatrice (RI) e di Campotosto (AQ). A differenza degli altri gruppi di montagne che si trovano nell’Appennino Centrale, i quali sono costituiti da rocce carbonatiche, ossia da calcari e dolomie, qui ci troviamo di fronte a rocce che i geologi chiamano di origine “torbiditica”, la cui età è di circa 6-7 milioni di anni. Una successione torbiditica è composta generalmente da arenarie, ossia materiale tipo sabbie e materiale più fine, come argille.
Queste rocce sono il risultato di materiale che scivolava lungo dei conoidi sottomarini in seguito al sollevamento e al corrugamento del Gran Sasso. Si trattava cioè di vere e proprie frane sottomarine. Il materiale andava a riempire un bacino di mare molto profondo che si sprofondava sempre più. Oggi gli strati di quei materiali sono inclinati verso est.
(fonti Ansa, Focus, Presidenza del Consiglio dei Ministri)