Di Franco Vergnani
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura… cosi’ inizia il capolavoro di Dante: La divina commedia. Ed e’ proprio la sensazione che assale chi si inoltra in quel tratto di pista ciclabile che costeggia la via Ferrarese e che porta verso Renazzo. Vorrei subito sgombrare il campo dalla solita nenia della critica facile e che magari la si fa tanto per fare… ma gia’ affrontare il caotico traffico che intasa le strade di Cento e’ impresa non moltio simpatica si corre costantemente il pericolo di essere travolti o quanto meno incorrere in spiacevoli incidenti. Allora per poter fare un giro in bici o a piedi, si opta per la pista ciclabile suddetta, ma li, ci si ritrova in una situazione altrettanto poco simpatica, non a causa del traffico che comunque non manca (ho visto anche qualche auto approffitare del panorama circostante, ma dei rami degli alberi che pericolosamente si sporgono su un buon tratto della pista, inoltre le erbacce alte possono arrecare danni con le loro taglienti foglie, se poi ci mettiamo dentro anche l’asfalto che non brilla certo per la sua praticabilita’ chiudiamo il cerchio, anzi un accenno andrebbe fatto anche per i numerosi rifiuti che si possono trovare in buona compagnia dei ricordini che i nostri amici a quattro zampe lasciano come testimonianza del loro passaggio, ignorati dai loro accompagnatori a due zampe… Capite bene che qui non si tratta di solite e sterili critiche ma di realta’ non certo da portare come esempio, ma mi rendo conto benissimo che in fondo siamo sempre li’: sono pochi i soldi, altre le priorita’ e allora ci dobbiamo rassegnare a fare i nostri giretti su questa selva oscura nostrana? Magari si potrebbe mettere anche solo qualche cestino per i rifiuti per vedere in quanto tempo si riusciranno a riempire sono convinto che non servira’ mandare spesso qualcuno per vuotarli…
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