Di Marco Cevolani
Nel numero uscito sabato 23 novembre del Resto del Carlino è comparsa un’inserzione a tutta pagina dove Confcommercio, FIVA, ANVA e Confesercenti si sperticavano in lodi alla nuova legge regionale che dovrebbe regolamentare i mercatini – come che non ci fossero problemi più seri.
Stando a quanto riportato da tali illustri associazioni di categoria la legge ha il merito di “disciplinare l’attività dei mercatini, distingue in maniera chiara l’hobbista da chi fa commercio, regolamenta le modalità di partecipazione ai mercatini, isola i casi di abusivismo”.
Infine invitano i comuni alla “piena applicazione della legge approvata dalla Regione”.
Tempo fa, proprio in fase di approvazione, alcuni dei consiglieri regionali firmatari della legge avevano ammesso che essa è la più severa che si potesse fare.
La legge regionale approvata in materia di regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica va a modificare precedenti normative, ovverosia la legge regionale 12/99, la 21/84 e la 1/2011, quindi ciò vuol dire che una norma – in questo caso più di una – esisteva già e forse per fermare i casi di abusivismo (e occorre ammetterlo ce ne sono) sarebbe bastato applicare norme che già esistono, soprattutto per quanto concerne la vendita fra privati, senza inventarsi assurdi gabelli per chi, magari solo per arrivare alla fine del mese, vende vecchi libri o piccole cianfrusaglie. Si perché la nuova norma prevede un tesserino obbligatorio del costo di ben 200 euro valido per non più di due anni, terminati i quali, chi vuol continuare a vendere deve munirsi di autorizzazione per il commercio su aree pubbliche.
I fautori di questa assurda norma sostengono che l’abusivismo perpetrato nei mercatini da alcuni soggetti danneggia che paga regolarmente le tasse. Certamente c’è chi si approfitta della cosa e, travestito da hobbista, vende merce al prezzo di un qualsiasi negozio, ma è innegabile che questa legge va a colpire indiscriminatamente un settore che può essere di vitale importanza per il turismo locale. Inoltre, almeno a Cento, i negozi mica stanno aperti alla domenica, salvo i supermercati, ci si domanda quindi che danno mai possano avere i commercianti dai mercatini (compresi pure chi fa l’abusivo).
Le associazioni di categoria invece che applaudire all’ennesima inutile legge, per lo più approvata da un consiglio regionale al centro di polemiche per via dell’affaire rimborsi, dovrebbero sollecitare i propri associati ad imparare a fare il proprio mestiere meglio di quanto non avvenga già e soprattutto alzare la cresta non solo nei confronti degli hobbisti ma anche del Governo centrale: come non ricordare il mutismo di queste associazioni quando il Governo Monti ha varato le assurde e recessive leggi cosiddette Salva Italia, che hanno dato il via libera persino all’intromissione dell’autorità nei nostri conti correnti, in barba a qualsivoglia diritto alla privacy?