Di Franco Vergnani
Anche quest’anno puntuale come l’accensione delle luminarie natalizie arriva la polemica sul carnevale.
Fare una disamina senza cadere nella retorica e farsi coinvolgere in sterili discussioni non e’ compito privo di ostacoli ma proviamo anche noi ad entrare in questa selva oscura determinata dal fatto che il carnevale 2014 non ci sarà, già questo sarebbe sufficente per far parlare la gente e la stampa locale e non solo.
E così sta avvenendo, sulle ragioni che hanno portato almeno per l’edizione invernale ( quella estiva sembra avrà luogo, sempre che si possa parlare di carnevale quello che dovrebbe avere il suo epilogo quando saremo avvolti e appicicati da presunti coriandoli) si potrebbe aprire un dibattito infinito che non porterebbe a nessuna conclusione logica, ma un paio di ragionamenti permettetemi di farli fare anche a chi per un decennio ha vestito i panni del carrista sporcandosi le mani di colla e colori oltreché sborsando di tasca propria insieme ai miei compagni di avventura anche un po di soldini quando non si arrivava a poter completare l’ opera di cartapesta.
Erano anni in cui contava il carro, le maschere e tutto ciò che vi ruotava attorno: a pensarci adesso si può ben dire che quello che negli ultimi anni ha attraversato oltre un ventennio ha un’identità un po’diversa da quel carnevale che la storia della nostra città si è sempre vantata di portare all’attenzione in tutta Italia, perché non è ideologicamente onesto sostenere che prima dell’avvento del carnevale show, quello di Cento non era seguito oltre i nostri confini.
Le cose come la storia ci ha insegnato cambiano, e anche il carnevale il nostro bel carnevale quello di società gloriose come i Timidi, Vulcania, Ragno, Mazalora e tante altre purtroppo (o per qualcuno) per fortuna, è cambiato e tanto, di fatto spesso la gente che in massa arrivava nella nostra città anche per loro ammissione veniva per vedere da vicino il famoso presentatore tv, l’attricetta, o il protagonista di qualche reality show piuttosto che il famoso calciatore o sportivo del momento, allora la domanda sorge spontanea: quanto era reale e palpabile l’interesse per questi personaggi piuttosto che per gli sforzi lavorativi dei carristi che si traducevano nei brevi momenti dei vari passaggi fra un personaggio famoso e l’ altro?
Sapete, non sempre è facile per chi come me ama la propria città recarsi in altre regioni e venir eticchettato solo attraverso l’identificazione di quello che viene dalla città del carnevale delle caramelle in testa o del peluche strappato in diverse parti da coloro che volevano a tutti i costi portarselo via anche per compensare una parte delle spese sostenute per assistere al grande spettacolo!
Qualcuno si ricorda del Guercino, di Ugo Bassi, Giuseppe Borgatti, qualcuno sa che Cento ha dato i natali a colui che ha scolpito alcune dei più bei monumenti che sono in tante città e non solo italiane, oppure che dalla nostra terra ha avuto origine il primo vocabolario italiano? Ci si ricorda di Tasi la maschera tipica del nostro carnevale, che al termine dell’ultima giornata della manifestazione festaiola quando finalmente la città di Cento ritornava a disposizione dei centesi senza transenne, senza cartelloni pubblicitari che coprivano i nostri storici monumenti ci regalava un gogliardico testamento tendente a lasciare con una ipotetica eredità i suoi vestimenti a qualche personaggio della Cento che conta, per dare ancor più se mai era possibile aprire una piccola polemica che niente era in confronto a quelle che nascevano puntualmente ad ogni sentenza di premiazione, chi vinceva non era degno, chi perdeva era regolarmente defraudato del trofeo che già sentiva suo fin dalla prima sfilata.
Comunque sia, tranquilli! anche quest’anno anche se non andrà in scena il carnevale a ricordarci della Tasi, ci penseranno i nostri politici che fra le altre tasse ce ne hanno regalata una che porta il nome della nostra storica maschera.