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L’inchiesta: “Come si sta muovendo il mercato immobiliare di Cento e zone limitrofe dopo il sisma del 2012, in concomitanza con la crisi italiana e le nuove tassazioni?”

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“la proposta: maggiore coesione fra tutte le agenzie del territorio per una nuova fiducia sul mattone”cocchi tit

Denis Cocchi – Agenzia LA CENTRALE s.n.c

 

Di Lia De Luca

 

Come si sta movendo il mercato immobiliare di Cento e zone limitrofe dopo il sima del 2012, in concomitanza con la crisi italiana e le nuove tassazioni? Questo è l’interrogativo che abbiamo ‘girato’ ad un immobiliarista centese per tentare di scattare una fotografia della situazione. Per quanto riguarda il sisma il geometra Denis Cocchi dell’Agenzia LA CENTRALE s.n.c. dichiara che “ovviamente il quadro generale post-terremoto non ha giovato a una situazione già nettamente in crisi, soprattutto per quanto riguarda il centro storico di Cento, più che la sua periferia. E prosegue: “non voglio dare una sensazione negativa, presto o tardi, la situazione cambierà, c’e’, comunque, in questo momento, una disaffezione all’investimento sul mattone, fatico a crederci, ma anche chi ha le possibilità economiche per comprare, predilige gli investimenti finanziari”. Che sia per le nuove tasse che gravano sugli immobili, o per emotività dovuta dagli eventi sopra citati, gli italiani sembrano preferire l’investimento in prodotti finanziari piuttosto che nel mattone, storicamente la cassaforte preferita come investimento. “Le banche – prosegue Cocchi – dal canto loro, concedono pochissimo e indiscriminatamente. A mio avviso, se tutti facessero un passo, il governo togliesse alcune tasse, le banche concedessero più credito, e chi ha liquidità riprendesse ad aver fiducia negli immobili, che non hanno mai tradito nel lungo periodo, il tutto potrebbe contribuire a creare più positività e potremmo assistere ad un miglioramento generale. Ci sono poi alcune persone, – spiega Cocchi – che si sono caricate di immobili tralasciando l’importanza di mantenere comunque una liquidità, e ora si ritrova super tassata e costretta a vendere “e aggiunge:” probabilmente questa crisi ci potrà insegnare ad essere più bilanciati negli investimenti frazionando gli investimenti su mattone e su altri prodotti anche finanziari ma mantenendo la liquidità necessaria per poter affrontare eventuali momenti di crisi futura”. Io sarei un promotore di un sano equilibrio, ad ogni modo se avessi liquidità investirei nel mattone (anche se sono di parte) cercando ovviamente – data la mia esperienza trentennale nel settore – di fare un buon affare. Per quanto riguarda i giovani, oggi stanno procrastinando qualsiasi progetto non tanto per la mancanza di volontà quanto per l’impossibilità di accesso al credito unita all’incertezza del posto di lavoro. Per quanto riguarda l’immobile non abitativo poi l’immobiliarista afferma che “gli affitti sono calati, sia per il sisma che per la crisi economica che stiamo subendo. Per gli immobili industriali, non ci sono nuove iniziative se non nel razionalizzare aziende già consolidate. Sisma a parte, in tanti anni che faccio questo lavoro, non ho mai assistito a una crisi così lunga che si protrae dal 2008.” In chiosa: “sono positivo e ottimista, spero che l’anno prossimo cambi davvero qualcosa, anche se ammetto che e’ difficile fare previsioni.” Per potere avere una previsione – conclude – “bisognerebbe mettere insieme i dati di molte agenzie che operano sul territorio perché le nostre sole ipotesi sono troppo vincolate dal fatto che operiamo in un zona molto ristretta”.

© Riproduzione riservata (legge 22 aprile 1941 n. 633)

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